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FINE VITA E TESTAMENTO BIOLOGICO, TEMI 'FORTI' NELL'INCONTRO CON MINA WELBY A VASTO

Spunto per discuterne il libro 'L'ultimo gesto d'amore'

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Alla base di tutto c'è l'amore ed è il filo conduttore che caratterizza la storia di Mina e Piergiorgio Welby, una storia vissuta fino in fondo, realmente all'estremo, con grande trasporto ed intensità. "L'ultimo gesto d'amore", il libro scritto a 'quattro mani' da Mina Welby e Pino Giannini, è stato presentato oggi pomeriggio nell'auditorium dell'Agenzia per la Promozione Culturale di via Michetti a Vasto ed ha rappresentato un'occasione importante e per certi versi irripetibile per discutere di tematiche 'forti', di stringenti attualità, di argomenti che toccano la sfera più intima della persona. L'appuntamento, organizzato dall'associazione politico-culturale 'VastoViva' con la collaborazione del dottor Francesco Amato, responsabile dell'Unità di Rianimazione dell'ospedale 'San Pio', si è sviluppato alla presenza dei due autori e di una vivace interazione con il pubblico presente. Fari puntati, ovviamente, su Mina Welby, donna che per amore ha dovuto riconoscere al suo compagno di vita il diritto di una 'morte opportuna'. Nel libro si dipana una lunga ed intensa intervista nella quale viene dato ulteriore risalto ad una vicenda umana che ha fatto discutere non poco ma che, ancora oggi, al di là del suo fondamentale esempio, non trova precisi riscontri in termini di affermazione di quei contenuti di 'autodeterminazione' e 'libertà' per il quali proprio Welby ha lottato strenuamente. Sul tappeto di questo incontro, introdotto da Maria Amato di 'VastoViva', questioni di non trascurabile portata: il fine vita, l'eutanasia, il testamento biologico, il suicidio assistito. Ed ancora il valore ed i progressi nel campo della cura alle malattie, ma il confine non spesso identificato con quello che rischia di diventare un 'accanimento' verso l'ineluttabile. "Cosa c'è di naturale in una vita non vissuta, in un buco nella pancia e nella trachea per darti da respirare e da mangiare?", s'interroga Mina. Diritto a scegliere per sé, a non essere 'morti viventi'. Contestati gli orientamenti del disegno di legge in discussione in Parlamento sul testamento biologico, provvedimenti, hanno sottolineato Giannini e Welby, che vanno contro la libertà dei pazienti.
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