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POTATURA 'SELVAGGIA' DEGLI ALBERI DELLA PINETA DELLA SCUOLA DI VIA SPALATO, L'ORDINANZA C'è, L'INTERVENTO E LE PROTESTE PURE

La Polizia Municipale, su sollecitazione di alcuni residenti, interrompe i lavori

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Già nell’agosto 2009 fu notato un furgone con presunti giardinieri che, nella distrazione di tutto il vicinato, provvidero a capitozzare selvaggiamente alcuni alberi della pineta che circonda la scuola di via Spalato di Vasto Marina. Non ci si spiegava il perché di un intervento simile; nessuno sapeva chi fosse né il mandante né l’artefice del pessimo servizio e anche il Comune, pare, non ne sapesse nulla. Ieri avvisi cartacei nella zona informavano che alcuni addetti comunali, alle 14, avrebbero effettuato un intervento di potatura proprio agli alberi della pineta in titolo. Arrivavano in zona un furgone con cestello elevatore, un trattore con rimorchio per trasportare eventuali scarti e un paio di giardinieri i quali, in esecuzione dell’ordinanza n. 200/2010 dell’8/8/2010 prot. 35180, iniziavano il loro lavoro. I pini, si sa, sono alberi protetti dalla legge e la potatura è un’operazione che richiede, in generale, perizia e competenza, ma i lavoratori impegnati in quell’operazione, ben presto, rivelavano la loro sprovvedutezza. La potatura che avrebbero dovuto eseguire, altro non era che una selvaggia capitozzatura che deforma la pianta, la traumatizza violentemente e in alcuni casi determina la morte dell’albero. Si trattava, in pratica, dello stesso, pessimo servizio operato nell’agosto 2009, dall’altra spedizione sempre ai danni della stessa pineta. Venivano tagliati e rimossi l’apice della pianta, i rami della corona, le parti di tronco superiore e così un maestoso pino diventava un orribile palo quasi nudo. Man mano che si evidenziava l’inadeguatezza del lavoro e si intuiva la prospettiva del risultato, cresceva l’inquietudine di coloro che assistevano inermi allo scempio. Oltretutto, i lavori si svolgevano anche in spregio delle norme riguardanti la sicurezza sia dei lavoratori sia di beni privati. Difatti, i pesanti tranci di tronco e i rami tagliati cadevano rovinosamente sui cavi di una conduttura elettrica aerea col pericolo di spezzare qualche cavo e dar luogo a fatali conseguenze. Venivano chiamati i Carabinieri (112) i quali ci dirottavano al Corpo Forestale dello Stato (1515). Costoro, innanzitutto ci confermavano l’irregolarità e la gravità dell’operazione che si stava consumando ai danni dei pini e poi ci esortavano a rivolgerci alla Polizia Locale di Vasto, poiché il misfatto avveniva in un territorio comunale e il Comune, stando ai fatti, era già sanzionabile per ciò che aveva ordinato di eseguire. Dopo 10-15 minuti dalla chiamata, gli agenti della Polizia Municipale intervenivano e, rilevata la pericolosa e inaccettabile situazione, interrompevano i lavori e “salvavano” gli altri pini dal terribile trattamento a cui erano stati condannati da un’incomprensibile ordinanza comunale. Problema risolto ma resta l’interrogativo: perché quell’ordinanza? Al proposito, qualche voce di passaggio, memore di quanto accaduto lo scorso anno, sussurrava che il taglio degli apici di quei pini doveva liberare la veduta verso il mare ad un influente cittadino che abita in quei paraggi.
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