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ATTENTATO INCENDIARIO, IL NOTAIO LITTERIO NEL MIRINO

a cura della redazione
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Poteva essere una strage: sette auto e due moto bruciate, un intero complesso, contenente uffici e abitazioni, minato nella sua stabilità e dunque inagibile, quattro famiglie evacuate, fiamme e fumo che hanno costretto i vigili del fuoco ad oltre quattro ore di duro lavoro nell'opera dello spegnimento dell'incendio. Scene simili al film 'L'inferno di cristallo', nella notte, in via XXIV maggio a Vasto, nella palazzina dove ubicati, tra gli altri, gli uffici del notaio Camillo Litterio e la sede locale della Banca Carim, la Cassa di Risparmio di Rimini. Un attentato incendiario doloso, provocato volontariamente da un giovane imprenditore edile, Angelo Di Santo, 34 anni, originario di Furci, arrestato dai Carabinieri della Compagnia di Vasto. Nel suo ''mirino'' era finito proprio il notaio Litterio. Questioni economiche, pare, alla base del gravissimo gesto che ha provocato, in base ad una prima stima, danni quantificabili in almeno un milione di euro. L'allarme è scattato attorno a mezzanotte e mezza. Qualcuno aveva notato del denso fumo fuoriuscire dalla rimessa del complesso in questione, di proprietà di Litterio. I vigili del fuoco del distaccamento di Vasto, accorsi unitamente ai Carabinieri sul posto, subito si sono resi conto della delicatezza della situazione e dell'impossibilità di intervenire adeguatamente per le alte fiamme che si levavano all'interno del garage e per l'elevatissima temperatura. Da Ortona, poi, sono arrivati altri mezzi di soccorso dei pompieri ed è dunque cominciata la lunga azione di spegnimento dell'incendio, terminata all'alba. Pesante il bilancio, sette auto (tre delle quali del notaio) sono andate distrutte, così come due moto ed ulteriori danni si sono avuti in tutto il complesso, specialmente al seminterrato ed al primo piano. E per fortuna che nessuna delle auto aveva un impianto a gas, altrimenti l'esplosione susseguente all'incendio avrebbe potuto provocare realmente un disastro. La palazzina è tuttora sotto sequestro e le famiglie evacuate hanno dovuto trovare sistemazione altrove. Il responsabile dell'attentato è stato tratto in arresto poche ore dopo l'episodio, con l'accusa di incendio doloso, su disposizione del magistrato Annarita Mantini, e trasferito nell'istituto di pena di Torre Sinello di Vasto. Dopo aver cosparso di benzina le auto e la rimessa ed aver appiccato il fuoco è rimasto lui stesso coinvolto nell'incendio con ustioni riportate ai piedi.
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