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DOMANI LA ricorrenza DI SAN MICHELE (DI MAGGIO): IL QUARTIERE è IN FESTA. NEL POMERIGGIO MESSA CON IL VESCOVO E PROCESSIONE

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Domani, Festa della Vittoria di San Michele Arcangelo, con la Santa Messa solenne celebrata da monsignor Bruno Forte nel piazzale antistante la chiesa, con inizio fissato alle ore 18 ed a seguire la processione lungo le vie del quartiere. La serata sarà allietata dall’orchestra spettacolo “Le Chicas Show”. Festeggiata in tono minore rispetto a quella patronale del 29 settembre, comunque la festa è molto sentita dalla città, segno questo di un legame particolare e di una forte devozione da parte dei vastesi che dura ormai da alcuni secoli. Dai tempi dell’antica Histonium fino a tempi più recenti, Vasto ha avuto molti giorni infelici a causa di numerose calamità che hanno colpito la sua gente: terremoti, invasioni di cavallette, scoscendimenti di terreno, tifo petecchiale, morbo asiatico e peste bubbonica. Proprio quest’ultima calamità, nel 1657, infierì in tutta l’Italia meridionale e, in particolar modo, a Napoli, Foggia, San Severo e Lucera, provocando circa quattrocentomila decessi. Anche a Vasto, visto l’avvicinarsi del pericolo, si temeva per le sorti delle famiglie, e si cominciò a pregare con fervore e devozione. Nel frattempo, all’arcivescovo di San Giovanni Rotondo apparve la celeste visione ad annunziargli che tutte le città che avrebbero posseduto una pietra della basilica di San Michele del Gargano, sarebbero state preservate da tutti questi flagelli. Così il 19 marzo dello stesso anno, il clero di Santa Maria, accompagnato da tutto il popolo andò a posare la prima pietra della chiesa con scolpita la croce e la sigla SMA, nella quale venne incastrata una pietruzza della basilica di San Michele del Gargano. Il terreno fu donato da Francesco Crisci, mentre la chiesa venne terminata nel 1675, come riferisce l’iscrizione murata sopra la porta della chiesa, dettata da Giovanni Palma, che in quel tempo era segretario del Marchese d’Avalos. Ogni qualvolta una calamità colpiva o minacciava di colpire la nostra città, il popolo acclamava a gran voce la protezione dell’Arcangelo Michele. In particolare si ricordano tre episodi. La prima avvenuta nel 1805 quando per l’esplosione di un nuovo vulcano nel vicino Matese, si sentirono ripetute scosse telluriche, che causarono ingenti danni in molti paesi limitrofi, ma non nella nostra città. Altra circostanza, ben più terribile della prima, avvenne tra il marzo del 1817 ed il gennaio del 1818, quando una terribile epidemia costò la vita ad oltre 2500 persone. Solo grazie al prodigioso intervento dell’Arcangelo la malattia venne scacciata. L’ultimo episodio avvenne verso la fine del 1836 quando il colera scoppiato nella vicina Rodi minacciava il contagio anche nel territorio del Vasto: il popolo vastese, che aveva ancora negli occhi le scene strazianti di quello che era accaduto solo vent’anni prima, cominciò a pregare ed a premunirsi per evitare il male. Nel dicembre successivo, il Sottintendente Coletti ordinò un triduo di ringraziamento a San Michele, affinché preservasse la città dal colera. Passarono solo pochi mesi e di nuovo il temibile cholera morbus si riaffacciò alle porte della città, dapprima a Portocannone, nel vicino Molise, mentre il 13 luglio 1837 si riscontrò il primo caso di contagio a Vasto. Fino al successivo 22 settembre, le persone rinchiuse in contumacia, in alcune stanze del Convento di Sant’Onofrio, per sospetti di malattia, furono circa venti mentre quindici furono i decessi. Per devozione del popolo vastese, nel 1827 San Michele venne acclamato patrono della città e papa Leone XIII confermò tale volontà fissando il 29 settembre quale giorno della festività.
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