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RAGIONANDO SU UN PROGETTO DI STRUTTURA DIDATTICA, ALTERNATIVO ALL’UNIVERSITÀ TRADIZIONALE: UN CENTRO STUDI SULL’ACQUA E SUL SUO UTILIZZO

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Il tema “l’Università a Vasto” è interessante, talmente interessante che i vastesi, periodicamente, anche in modo organizzato, si entusiasmano intorno a questa prospettiva. Ora la domanda è: perché e in che modo Vasto deve puntare su una tale struttura didattica? Sicuramente, Vasto deve “avere l’università”, non per un fatto di moda o di marketing cittadino; non è seguendo la moda che si può ragionare su ciò che è opportuno per un Territorio. Infatti, se è vero che essere sede universitaria costituisce per Vasto e il suo territorio un innegabile e prestigioso fiore all’occhiello, è altrettanto vero che i costi in termini economici e di energie umane e politiche sono talmente tali e tanti che portare a Vasto una sede universitaria deve significare qualcosa di più. In pratica, deve essere uno strumento di sviluppo per tutto il sistema Vasto e non solo per settori, seppure importanti, come il mercato immobiliare degli affitti e quello della ristorazione e del divertimento notturno. Come? Si è sempre detto che Vasto ha tante risorse naturali, è vero! Si è sempre detto che Vasto ha bisogno di importare cervelli e di permettere ai figli della nostra terra di ritornarvi, è vero! Si è sempre detto che Vasto ha una storia millenaria capace di insegnarci a vivere, è vero! Si è sempre detto infine che a Vasto non sono stati mai portati avanti progetti seri di ricerca a vantaggio anche delle realtà economiche presenti sul territorio, è vero! È possibile allora immaginare un’istituzione scientifica per colmare queste lacune? Un’idea potrebbe essere quella di una struttura didattica, vastese, che sviluppi la ricerca su risorse naturali presenti sul territorio, partendo proprio dalla sua storia. A tal fine, più che un corso di laurea possono essere indicati corsi di specializzazioni e dottorati (in associazione con università). Infatti, poiché attraverso corsi specifici e post-laurea si favorisce la ricerca, la struttura potrebbe produrre, per esempio, invenzioni da brevettare e da concedere in licenza a chi è disposto ad investire sul territorio. A questo punto, quale è la risorsa naturale in possesso delle caratteristiche idonee alla realizzazione di un simile progetto? A mio avviso, la risorsa da sfruttare potrebbe essere il bene primario per eccellenza: l’acqua. Oltretutto, Vasto vanta un patrimonio archeologico considerevole: basta citare le cisterne e gli acquedotti romani (ancora funzionanti) di cui il territorio vastese è ricco, e che sono la prova vivente di opere geniali, idonee a ispirare e programmare il futuro, il nostro futuro. A Vasto, inoltre, l’acqua non è mai mancata, e l’acqua è vita, perché significa irrigazione dei campi, terme per i turisti, energie alternative, desalinizzazione delle acque del mare e acquedotto per la città, ovvero tutti servizi e tecniche da migliorare sul territorio e nel mondo. Ed allora, più che sull’università in senso tradizionale, ragioniamo su un centro scientifico di eccellenza pensando, con buon senso e ottimismo, al contributo che il territorio vastese può dare alla crescita della sua comunità e dell’intero paese.
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