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IL DIALETTO VASTESE COME BASE DI TESI DI LAUREA A PERTH NEL WEST AUSTRALIA

a cura della redazione con la collaborazione di Paola Cerella
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Discutere una tesi di laurea sul dialetto vastese: accade a Perth, alla Western University della metropoli gemellata da venti anni con Vasto. Due giovani studenti, discendenti dei tanti emigranti vastesi che raggiunsero, dagli anni Cinquanta del secolo scorso l'Australia, hanno scelto di trattare il vernacolo dei loro padri nell'atto conclusivo del loro percorso di studi. Lo ha sottolineato, ieri mattina durante la conferenza di presentazione dei "Giovedì Rossettiani" quest'anno dedicati alla poesia, il professor Gianni Oliva, direttore del Centro europeo di Studi Rossettiani, presente nei giorni scorsi a Perth in occasione delle iniziative organizzate per la celebrazione del ventennale del gemellaggio con Vasto. Oliva ha anche parlato di come potranno evolvere i rapporti di scambio e di contatto tra le due comunità. "In futuro - ha detto - non sarà più possibile reggere il gemellaggio sui binari attuali, perché chiaramente non c'è più lo stesso interesse dei padri nei figli e nei nipoti degli emigranti. Per questo sono convinto che molto si dovrà puntare sul settore culturale e artistico (ad esempio portare in mostra a Perth i quadri dei fratelli Palizzi) e sugli scambi tra scuole superiori ed anche università. Nell'ateneo del West Australia ci sono 250 iscritti al corso di italiano tenuto dal professor John Kinder e due giovani laureandi hanno scelto proprio tesi sul dialetto vastese. E i presidi di altri due istituti superiori di Perth hanno manifestato la volontà di intraprendere rapporti di scambio culturale con Vasto ed è stato sottoscritto un protocollo d'intesa tra i sindaci Lapenna e Scaffidi per dare corpo a questi progetti. Le piccole città - conclude Oliva - sono l'ideale per iniziative di questo genere. Più appetibili delle metropoli caotiche". Di seguito l'articolo scritto da Paola Cerella nel 2004 ove già si metteva in evidenza questa situazione: Esiste uno studio sul dialetto vastese made in Australia. Autrice ne è Michelle Valdrighi in De Souza che, proprio con lo studio in questione, si è guadagnata il Master presso la University of Western Australia di Perth. La scoperta è stata fatta da Nicola D'Adamo, portavoce del Circolo 'Uniti per Vasto', il quale precisa che la ricercatrice australiana è venuta in Italia nel 1998 per seguire un corso di dialettologia presso l'Università «La Sapienza» di Roma e per conoscere Vasto, con lo scopo preciso di mettere a raffronto la nostra "lingua originale" con il dialetto parlato a Perth da Giuseppe Saraceni, vastese emigrato in Australia negli anni '50, che è stato preso come testimonial dell'importante ricerca portata a termine. «Lo studio, intitolato A Descriptive Grammar of the Dialect of Vasto, è di alto rigore scientifico - sottolinea D'Adamo - e tratta i vari aspetti del nostro idioma sulla base delle ultime tendenze della dialettologia moderna. Parte anche dal latino, che dà la possibilità di capire le attuali forme dialettali. Dopo aver spiegato il suo metodo di ricerca, Michelle Valdrighi descrive la fonetica, la morfologia e la sintassi del dialetto vastese e, in una dettagliata analisi di oltre 100 pagine, mette a fuoco, con alta competenza, tutte le peculiarità del nostro dialetto, a Vasto e in Australia». Per i vastesi residenti a Perth, la lingua madre rimane come al momento in cui sono partiti dall'Italia: «Non ci sono più segni di vitalità - scrive la ricercatrice - né per il dialetto né per l'italiano. La pronuncia e la struttura sintattica della frase italiana e dialettale degli emigrati adulti rimangono pressoché inalterate; il lessico, invece, mostra spesso una vistosa interferenza inglese», nel senso che nel linguaggio di ogni giorno vengono inserite parole inglesi adattate in dialetto. La Valdrighi va oltre e suggerisce anche di estendere lo studio del dialetto a tutte le altre comunità di vastesi sparse nel mondo. «Dal punto di vista sociolinguistico - afferma - potrebbe essere molto interessante vedere come un sistema linguistico, il dialetto di Vasto, si sia adattato nei vari contesti». «Nella ricerca condotta dalla studiosa australiana - precisa il portavoce di "Uniti per Vasto" - si parla anche dell'influsso del dialetto nella nuova lingua che l'emigrante apprende. Un esempio è la parola "street", dove "st" non viene pronunciato come in inglese, ma come nel vastese "stritte" (lo strutto) o "stibbite" (stupido)». L'originale ricerca della Valdrighi è stata seguita dal prof. John Kinder, rinomato studioso di fama internazionale che si appresta a pubblicare The History of Multilingualism in Italy. Michelle Valdrighi in De Souza, australiana di origine toscana, ora si occupa di ricerche multimediali presso la facoltà di «Communications and Multimedia» dell'Edith Cowan University di Perth, che conta ben 23.000 studenti. La ricercatrice, che ha anche interessi nel campo della linguistica e del teatro, si è detta felice di mettere a disposizione degli studiosi italiani la sua opera A Descriptive Grammar of the Dialect of Vasto per eventuali e ulteriori approfondimenti, sottolineando, altresì, di voler presto tornare a visitare la città di Vasto.
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