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SALA EMODINAMICA, NUOVI PRIMARI E DOMANDE CHE ATTENDONO RISPOSTE: IL SINDACATO SI ESPRIME SULL'ASL UNICA CHIETI-LANCIANO-VASTO

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Aprirà a Vasto, come era previsto, la Sala Emodinamica che servirà a salvare qualche vita umana? Saranno ricoperti i posti vacanti di primario? Che fine faranno gli ospedali più piccoli?. E' articolato e poggia su questi principali interrogativi un intervento dell'esponente vastese delle Rappresentanze Sindacali di Base (Federazione del Pubblico Impiego, Servizi, Industria e Privato), Emilio Meo, che tratta la questione sanitaria sul territorio e, in particolare, l'accorpamento della Asl Lanciano-Vasto nell'azienda unica di Chieti. "Il motivo della fusione delle Asl - dice Meo - non appare ancora oggi per niente chiaro. Se l'operazione è stata progettata per risparmiare ebbene per una popolazione di poco più di un milione e 200 mila abitanti come l'Abruzzo bastava istituire una Asl regionale con accentramento di tutti gli appalti ed acquisti; se invece erano altre le ragioni allora si potevano accorpare Chieti e Pescara, distanti appena un quarto d'ora di autobus, e lasciare la Asl Lanciano-Vasto come era". Critico, poi, l'esponente sindacale: "Le logiche che muovono queste operazioni non sono quelle tese a migliorare e riorganizzare la sanità sul territorio. Gli interessi in gioco sono la gestione del potere e delle ingenti risorse economiche che il settore ha a disposizione e che naturalmente muovono anche gli appetiti dei privati. Un territorio così vasto e ricco - dice ancora Meo - con una importante zona industriale si ritrova oggi a dover fare i conti con l'ex Asl di Chieti, con un bilancio deficitario e con la grana Villa Pini, con posti letto superiori alla media nazionale, dunque una situazione non certo brillante". Sul nuovo corso aziendale: "A tutt'oggi la direzione generale non ha ancora convocato le organizzazioni sindacali per informarle se il piano della gestione precedente è ancora valido. Un territorio come il nostro ha bisogno di risposte, di impegno, di risorse umane ed economiche. Da qui un appello a tutte le forze politiche locali e ai sindaci affinché la zona più a sud dell'Abruzzo non venga ulteriormente penalizzata e privata di servizi essenziali per il cittadino. Tornando alla nuova Asl - conclude Emilio Meo - i primi segnali sono stati il blocco degli incentivi arretrati al personale e le fasce economiche, accordi già presi con i commissari prima della fusione. L'aria che si respira nelle corsie e tra gli operatori non è certo di grande fiducia verso il capoluogo. Tutti gli atti devono essere controllati e firmati a Chieti, con notevoli ritardi. E parlare, per qualsiasi motivo, con la dirigenza o con gli uffici, rappresenta un vero problema. L'augurio è... 'speriamo che ce la caviamo'..."
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