Partecipa a Histonium.net

Sei già registrato? Accedi

Password dimenticata? Recuperala

TECNICHE INVESTIGATIVE E 'SCENA DEL CRIMINE': LA LEZIONE DI ROBERTA BRUZZONE AGLI ALUNNI DELL'ITIS MATTEI DI VASTO

Condividi su:
Tecniche investigative «abominevoli». Troppo spazio per le chiacchiere. Una scena del crimine che viene contaminata di frequente e impianti accusatori che fanno acqua da tutte le parti. Non risparmia davvero niente e nessuno Roberta Bruzzone, la criminologa spesso ospite a 'Porta a Porta' che sabato mattina è stata all’Itis Mattei di Vasto per la conferenza sul tema "Hacker - Scena del crimine". Una interessante "lezione" su come il mondo dell’informatica può aiutare nelle investigazioni scientifiche e su quanto siano «deperibili le prove raccolte sulla scena di un crimine». La Bruzzone, che è stata accompagnata da Massimo Boccardi, ex agente di Polizia, fa parte dell’Accademia internazionale delle Scienze Forensi, lei, che si è formata in gran parte negli Stati Uniti, trova una grande differenza tra le tecniche investigative italiane e quelle statunitensi e, a chiare lettere, ribadisce che «in Italia c’è troppo spazio per le chiacchiere. In America c’è un protocollo molto rigido quando si entra in una scena del crimine. Questa, infatti, non deve essere contaminata. Sono poche le persone che sono ammesse. In Italia, invece, chiunque può camminare sulla scena del crimine prima che arrivino gli esperti del settore. Questo fa sì che le prove raccolte possano anche non essere del tutto corrette». Insomma Bruzzone non ha messo la piena sufficienza alle tecniche italiane con le quali si arriva a scoprire l’autore di un reato. In primo luogo quello che è stato messo in evidenza è la mediaticità del caso. «Ogni volta che viene compiuto un crimine - ha affermato - si innesta un meccanismo per il quale quella scena diventa un vero e proprio circo. La gente, d’altronde, ha fame di queste cose. Vuole vedere il morto. Il sangue. Ma questo non aiuta le indagini che, invece, devono essere compiute in un ambiente calmo e sereno. Ci vogliono ore per fare una rilevazione ottimale della scena del crimine. E, nella maggior parte dei casi, le risposte date nell’immediatezza del fatto non sono mai quelle migliori o più esaustive. Infine vi devo dire una cosa - ha affermato rivolgendosi alla platea che la ascoltava (seduti tra gli studenti anche il capitano della Compagnia Carabinieri di Vasto, Giuseppe Loschiavo, il comandante della Polizia Penitenziaria, Ettore Tomassi, diversi rappresentanti della Guardia di Finanza e del Commissariato di Polizia e il presidente del Consiglio comunale Giuseppe Forte) - scordatevi CIS (la serie tv, ndr.) perché quello che vedete in televisione non corrisponde per niente alla realtà delle cose».
Condividi su:

Seguici su Facebook