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NON MOTIVATE LE INTERCETTAZIONI TELEFONICHE: DUE ASSOLUZIONI IN TRIBUNALE A VASTO DALL'ACCUSA DI USURA

a cura della redazione
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Vanno sempre motivate le intercettazioni telefoniche, altrimenti sono alla fine inutilizzabili dalla pubblica accusa in sede di giudizio. E' sulla base di questo pronunciamento della Corte di Cassazione che in un processo celebrato a Vasto il Tribunale, presieduto da Antonio Sabusco, giudici a latere Laura D'Arcangelo ed Elio Bongrazio, ha assolto dall'accusa di usura e illecito finanziamento Michele Pasqualone, calabrese di 66 anni, coinvolto nelle recenti operazioni anticriminalità 'Histonium' e 'Histonium 2', e Michele Del Borrello, imprenditore agricolo. I due erano finiti sotto processo per una complessa vicenda riguardante la cessione di un terreno di proprietà di un imprenditore edile vastese, N.N., le sue iniziali, che, per far fronte ad una situazione di difficoltà finanziaria aveva inizialmente deciso di vendere l'immobile salvo poi, nei sessanta giorni di tempo concessi dalla legge, rivendicarlo. Nell'indagare su Pasqualone nell'ambito di altre indagini, la Procura di Vasto, che aveva avviato una serie di intercettazioni telefoniche, era arrivata ad accertare i contorni di questo episodio e, secondo l'accusa, Del Borrello (nella fattispecie in qualità di prestanome di Pasqualone) aveva ottenuto da N.N. una somma di 50mila euro superiore rispetto a quella pattuita per la compravendita del terreno e dunque da qui l'ipotesi di usura. Difesi dagli avvocati Angela Pennetta e Marisa Berarducci i due sono stati assolti dal Tribunale di Vasto e i fini della sentenza è stata determinante la non sussistenza della motivazione delle intercettazioni dalle quali scoperta la vicenda. Su questo 'filo', peraltro, c'era già stato un precedente pronunciamento del Gup dello stesso Tribunale di Vasto, Anna Rosa Capuozzo, che nel rinviare i due a giudizio aveva già riconosciuto fondata la tesi sostenuta in particolare dall'avvocato Pennetta, proprio quella delle intercettazioni telefoniche da dover in ogni caso mirare e motivare per poterle poi utilizzare in sede di dibattimento a sostegno dell'accusa.
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