Il 16 novembre 1899 una data tragica nella storia di Vasto: in un naufragio, avvenuto davanti la costa locale, furono 21 i pescatori, di Vasto e San Vito Chietino, che persero la vita.
A Vasto Marina, tra via Ortona e piazza Capitano Michele Olivieri, la commemorazione, su iniziativa della sezione cittadina dell'Associazione Nazionale Marinai d'Italia, presieduta da Luca Di Donato, e dell'amministrazione comunale. In via Ortona ricordata la presenza di un pozzo, dal quale i pescatori si rifornivano d'acqua prima di imbarcarsi, e di una lapide voluta dai familiari delle vittime; nella vicina piazza Olivieri, da dove i pescatori partivano, è stata invece sistemata, in occasione del 120° anniversario, quattro anni fa, una targa che ricorda quel drammatico evento.
Tra i presenti, assieme al Gruppo Anmi, rappresentanti dell'amministrazione comunale, con il vice sindaco Licia Fioravante e gli assessori Anna Bosco, Paola Cianci e Nicola Della Gatta, il comandante dell'Ufficio Circondariale Marittimo, Tenente di Vascello Stefano Varone, rappresentanti delle Associazione Combattentistiche e d'Arma ed una scolaresca della Nuova Direzione Didattica. Deposto un mazzo di fiori al cospetto della targa e citati, al suono di campane, i nomi dei pescatori defunti.
“Ricordiamo il dolore e la disperazione delle famiglie delle vittime - ha detto il vice sindaco Fioravante nel suo intervento - tra loro anche un bambino di appena 9 anni. Oggi è accaduto qualcosa di speciale e importante, obiettivo primario delle istituzioni è quello di trasferire ai più giovani le conoscenze, seppur drammatiche, del territorio”.
IL TRAGICO EPISODIO (ricostruzione di Lino Spadaccini, cultore di storia vastese) - Per comprendere meglio la tragicità di quei momenti, ci viene in aiuto il giornale locale Istonio, con il drammatico racconto della sciagura: “…a mezzogiorno, un forte vento spirante da nord-est (greco-levante) faceva infuriare una terribile tempesta, che non ha forse l’eguale a memoria di tutti i vecchi marinai nostri. Il cielo era diventato plumbeo, ed i marosi, rompendo fragorosamente, si accavallavano in modo straordinario… La procella diventava di minuto in minuto più spaventevole, e lungo la Via Adriatica la folla esterrefatta seguiva con lo sguardo la scena straziante, che doveva piombare nel lutto e nella miseria tante famiglie di marinai… Alle 13,45 il fortunale raggiunse la massima violenza… i flutti travolsero ad un tratto due di esse, sommergendole con l’equipaggio, mentre le altre miracolosamente riuscirono a prendere il lido”.
La prima barca a naufragare, a circa tre chilometri dalla spiaggia, fu la “San Michele”, dell’armatore Francesco Olivieri, comandata dal marinaio Michele Marinucci. La seconda affondata, a circa cinquanta metri dalla prima, si chiamava “Annunziata”, di proprietà di Luigi Marinucci e comandata da Giuseppe Marinucci. Vicino Casarza, a 500 metri dalla costa, affondarono la “Filomena” e la “Santa Liberata”, appartenenti a Rocco Veri di San Vito Chietino.