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Festa della mamma: parliamo di PAS

A Vasto il primo sit in contro la PAS al fianco di Marie Hélène Benedetti

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“E figl so’ piezz ‘e còre” diceva Mario Merola, qualsiasi mamma combatterebbe con le unghie e con i denti per difenderli e risparmiargli qualsiasi tipo di sofferenza. Ma purtroppo non tutte le famiglie hanno un epilogo felice e si trovano a vivere situazioni molto infelici, come quella della separazione; qui i genitori ricoprono un ruolo fondamentale per il bambino, il suo benessere psico-fisico comincia a risentirne, spesso a causa della sensazione di abbandono che si insidia nei soggetti in questa fase delicata. Il carico da cento arriva quando mamma e papà non vanno per niente d’accordo, cominciano le urla e i dispetti, il padre diventa violento e la moglie per difendersi comincia a riprendersi la sua indipendenza, per il bene suo e del suo bambino, una libertà soffocata per troppi anni che non viene accettata dal marito e viene mal vista dalle istituzioni del posto tanto da sentirsi in dovere di intervenire forzatamente. Tanti sono stati gli epiloghi mostruosi di queste vicende, basti pensare che nel Vicentino negli ultimi quindici giorni si sono consumati quattro stragi familiari dove a rimetterci la vita sono state le mamme con i loro rispettivi figli, tutto frutto di separazioni non accettate da soggetti che, probabilmente, troveranno una salvezza in una perizia psichiatrica a loro favore.

Ma c’è un altro metodo per infliggere una morte lenta e dolorosa alle madri, quella che va a scavare l’anima, toglierle i figli.  Ultima pratica insostenibile da qualsiasi angolazione etica da parte delle assistenze sociali, è quella di individuare nei figli di queste coppie  la PAS, ovvero la “sindrome da alienazione parentale” dinamica psicologica disfunsionale elaborata dal medico statunitense Gardner e più volte smentita scientificamente e negata dalle alte corti scientifiche. Le istituzioni attesterebbero questa condizione nei figli minori, che a loro dire, ne dovrebbero essere affetti a causa di situazioni pesantemente conflittuali e durante i processi giudiziari per l’affidamento. Qualcuno si chiederà, lecitamente, perché? Per foraggiare le strutture casa-famiglia dove questi minori vanno a finire nel mentre di queste bàgarre dove non si riesce a delimitare il confine tra bene e male.

Ieri, sabato 7 maggio, siamo scesi in piazza per sostenere tutte le madri vittime di questa brutale praticata alla presenza di Marie Hélène Benedetti presidentessa di Asperger Abruzzo e sostenitrice di tantissime battaglie che riguardano la sfera matriarcale, erano presenti anche  altre mamme interessate dalla questione. Laura Massaro salita al vertice della cronaca nazionale per aver vinto in Cassazione contro questa legge, ha inviato un messaggio audio che la Benedetti ha riprodotto tramite megafono, ed è stato riportato anche un intervento di Federica D’Alessio giornalista freelance abruzzese che ha creato un’inchiesta in due puntate insieme a Rita Rapisardi per la 27esima ora del Corriere della Sera online, e nel 2019, su Gli Stati Generali.

La riforma di diritto familiare in questi ultimi anni si è data da fare, non solo per eliminare le differenze tra figli leggittimi e figli illeggitimi, ma anche per affermare l’unicità dello stato di figlio, introdurre disposizioni circa l’ascolto del minore, puntualizzare la nozione di stato di abbandono e prevedere situazioni di disagio. Le autorità amministrative dovrebbero prendere le distanze dalla vecchia ed obsoleta riforma del pater familias che non ha più ragione di esistere oggi, tempi in cui si urla ad una ancora lontana, ma si spera presto raggiungibile, parità dei sessi. 

Riportiamo alcuni minuti della manifestazione in un video.

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