Il 28 marzo 2018, l’Anffas (Associazione Nazionale Famiglie di Persone con Disabilità Intellettuale e/o Relazionale) ha festeggiato i 60 anni dalla sua fondazione.
In occasione di questa ricorrenza, tutte le sedi presenti in Italia hanno brindato al lavoro e all’attività educativa e sociale che vengono svolte quotidianamente con passione, amore e competenza.
Anche a Vasto, nella sala consiliare 'Giuseppe Vennitti' di palazzo di città, i protagonisti, i sostenitori e tutti i ragazzi coinvolti hanno partecipato all’evento.
Abbiamo avvicinato la presidente Paola Mucciconi per una breve intervista.
Qual è il fondamento dell’associazione Anffas?
Molto importante è il coinvolgimento della famiglia, perché se non c'è il genitore dietro qualsiasi intervento che si fa sui nostri figli con problemi e tutto diventa vano.
Quali sono le difficoltà più grandi che vivono le famiglie?
C'è senza dubbio una problematica economica che è dilagante. Purtroppo il nostro settore e anche quello più tartassato. Noi dobbiamo anche finanziarci da soli, progettare e sperare che ci approvino l’iniziativa. Questo è il lavoro grosso che cerchiamo di fare proprio per dare le varie opportunità i nostri ragazzi.
Qual è il rapporto con il territorio e l'amministrazione?
Noi vogliamo essere collaborativi perché diversamente non avrebbe senso. Come dicevo nel corso dell’evento, “sfruttateci” abbiamo delle grandi competenze sia come genitori che si sono messi in gioco e se le sono così create, ma anche perché alle spalle abbiamo un ANFFAS nazionale sempre all'avanguardia e che lavora con impegno sui tavoli ministeriali-. È di conseguenza sempre aggiornatissima e desso stanno lavorando sulla riforma del terzo settore. Noi molto probabilmente siamo l'unica associazione che si sta ponendo il problema e si sta impegnando a favore di tute le famiglie.
Cosa vuole dire ai nostri lettori di Histonium.net?
Come presidente dell'Anffas voglio a dire a tutta la cittadinanza di non avere limiti e, soprattutto, preconcetti nei confronti dei nostri ragazzi, perché avendo le chiavi giuste riescono a fare cose eccezionali. Mio figlio è un ragazzo down con tratti autistici e grazie anche a un grosso lavoro fatto da un team di professionisti ora studia all'università e ha superato gli esami del primo anno di beni culturali con una media del 27 e si accinge a superare quelli del secondo.
All'inizio dell'estate, scrivendo un suo appunto, ha detto: in me ci sono due persone. Da una parte c'è il Francesco rotto, il disabile che tutti conoscono e vedono. Dall'altra c'è Checco, che è anche più complicato ma che conosco bene nel profondo del mio cuore e che lo conoscono le persone che lo amano”.
Foto dell’Anffas di Vasto