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Dignità e una certa autonomia nella società: l'Arda di Vasto accende i riflettori sulla sindrome di Down

Esiti del convegno regionale organizzato dal sodalizio al centro culturale 'Aldo Moro' di San Salvo

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Il Convegno regionale sulla sindrome di Down, organizzato dall’Arda (Associazione Regionale Down Abruzzo) 'Luce Down' di Vasto in memoria del dott. Giuseppe De Aloysio, tenutosi nel Centro Culturale Aldo Moro di San Salvo in tutto l’arco della mattinata del 2 dicembre 2012, è stato ricco di interventi di specialisti e professionisti impegnati nel settore che hanno messo a fuoco gli aspetti sociali, educatici, medici, scolastici, organizzativi a sostegno delle persone interessate.


Le autorità presenti, Tiziana Magnacca, sindaco di San Salvo, Tonino Marcello, assessore provinciale allo Sport, Paolo Palomba, consigliere regionale, Maria Travaglini, assessore al Comune di San Salvo, sono state concordi nel rimarcare la vicinanza delle istituzioni e delle aziende alle persone con sdD ed alle loro famiglie, che mai devono rassegnarsi, anzi vanno incoraggiate ripetendo momenti come questi per sensibilizzare e vanno aiutate nel creare momenti formativi, come ad esempio la lavorazione delle piante presso il Cotir di Vasto.


Ha ricordato il moderatore della prima parte del convegno, prof. Giuseppe Carullo, presidente emerito ed onorario dell’A.R.D.A. regionale, che la sezione di Vasto-San Salvo, nata qualche anno fa, è stata la risposta alla esigenze delle famiglie che sopportano viaggi e sacrifici. 

 

Dopo aver ringraziato i presenti e la Metamer, che si è fatta carico delle spese del convegno, il presidente dell’Arda di Vasto, Giuliano Giammichele, ha affermato con forza innanzitutto il diritto di nascere e il dovere di fermare chi vuole l’aborto, come in qualche stato nordeuropeo, perché non vengano al mondo bambini affetti da tale sindrome. Una scuola di qualità, inoltre, non penalizzerebbe mai il loro percorso formativo e attenuerebbe l’ansia dei genitori. La Legge 68 del ’99 ne prevede l’inserimento nel mondo del lavoro, ma non viene rispettata a dovere.

 

Molto attiva la sezione di Vasto che ha creato un comitato scientifico, presieduto dal dott. Walter Di Laudo, per l’aggiornamento. Non ha frenato la sua emozione il presidente al ricordo dell’e-mail del dott. Giuseppe de Aloysio che gli comunicava con rammarico di non poter far fronte al suo impegno nell’ambito dell’associazione preoccupato del male che aveva scoperto.

Molto interessante la relazione illustrativa dei vari aspetti medici che interessano il bambino down nella fase della crescita da parte del dott. Jaber Hussein, pediatra di base.
 

È stata seguita con attenzione ed emozione la commemorazione da parte del dott. Walter Di Laudo del dott. Giuseppe De Aloysio di cui ha messo in luce virtù professionali e umane. Generoso, sempre disponibile, impegnato nel lavoro dove era sempre il primo a presentarsi, aveva sposato la causa del malato che chiavava sempre per nome. Per lui non esisteva il numero. Si differenziava dagli altri per la sua umiltà e prontezza alla collaborazione. Dietro il sorriso sornione si coglieva quella capacità di dare la speranza al malato che spesso contattava telefonicamente a casa. Un professionista che non si gonfiava del suo sapere e sempre pacato, disponibile all’ascolto e capace di dare entusiasmo. La cardiologia era la sua passione e trovava sempre il tempo per chi aveva bisogno trattando tutti in modo uguale. Niente ipocrisia, ma etica ed onestà intellettuale, lealtà. Elegante nei suoi modi miti e geniale nella soluzioni dei problemi che gli venivano sottoposti. Ha sperimentato su se stesso il dolore della malattia che ha cercato di curare e alleviare in altri; ha vissuto il suo calvario, il suo dolore con dignità e obbedienza alla volontà di Dio e all’istituzione. Ha detto sempre sì. Ha ricordato, infine, il dott. Di Laudo che i sindaco di Gissi, nel maggio scorso, ha dedicato al medico scomparso una targa in quell’ospedale che ha visto la missione della sua vita. Del dott. De Aloysio erano presenti la moglie Teresa Liberatore e il figlio Elio.
 

Il convegno ha registrato esperienze di alcuni giovani down e le iniziative del mondo della scuola e dell’associazione a tutti i livelli regionali. Se l’obiettivo era quello di far conoscere e sensibilizzare istituzioni, associazioni e cittadini a prestare attenzione a persone down che rivendicano il diritto alla rimozione delle difficoltà per vivere degnamente la loro vita, il convegno è senz’altro riuscito. L’intervento finale a braccio, che ha commosso tutti, di Elio, figlio del dott. De Aloysio, è la dimostrazione che un ragazzo down, se opportunamente seguito e aiutato, può conseguire risultati tali che gli consentano di inserirsi dignitosamente con una certa autonomia nella società. Questa è la finalità dell’Arda.

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