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L'auspicio: allestire anche a Napoli la mostra-omaggio dedicata a Filippo Palizzi

Nella città partenopea presentato il volume di Lucia Arbace realizzato in occasione del bicentenario della nascita dell'artista vastese

redazione
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È stato presentato a Napoli, presso le Gallerie d’Italia - Palazzo Zevallos Stigliano, il volume "Filippo Palizzi, la Natura e le Arti", contenente saggi specialistici di quattordici studiosi che accompagna la mostra retrospettiva, aperta fino al 30 settembre a Palazzo d’Avalos a Vasto organizzata in occasione del bicentenario dalla nascita di Filippo Palizzi (16 giugno 1818 – 16 giugno 2018).

Gaetano Daniele, assessore alla Cultura e Turismo della Città di Napoli che ha sottolineato l'importanza dell'opera di Palizzi e l"'approfondita ricerca presentata nel volume dedicata a una figura così importante dell’arte che ha contribuito con la sua opera alla creazione della nazione italiana. Un momento importantissimo per la città di Napoli che è passata dalla funzione di capitale e poi ex capitale d’Italia”.

Giuseppe Forte, assessore ai Beni e alle Attività Culturali di Vasto, ha auspicato l'allestimento della mostra attualmente ospitata a Palazzo d'Avalos anche a Napoli esprimendo il rammarico per "non aver ancora avuto l’opera 'Dopo il diluvio' dal Museo di Capodimonte”.

Tra gli studiosi presenti Sylvain Bellenger, direttore del Museo e Real Bosco di Capodimonte: “Lavorare su un artista dell’800 è sempre un atto coraggioso. L’800 viene spesso sacrificato tanto che è poco conosciuto e andrebbe invece approfondito e studiato sempre più. Filippo Palizzi è stato attivo e molto presente anche a Parigi, rivestendo un grande ruolo nella pittura internazionale. Palizzi si è ampiamente occupato di animali. L’importanza del tema degli animali anche oggi è molto attuale. Mi domando se si tratti di una sensibilità politica che probabilmente era già tangibile nella coscienza del pittore che appare più interessato al rapporto tra uomo e natura piuttosto che a quello dell’ uomo con la politica. L’800 va ancora studiato approfonditamente. La storia si scrive in maniera diffusa. La storia non si può abbandonare e non è mai scritta per sempre”.

Maria Antonietta Picone Petrusa, professore emerito in Storia dell’Arte Contemporanea all'Università di Napoli Federico II”, rispondendo al direttore di Capodimonte, ha esplicitato come “il senso del rapporto con gli animali per Filippo Palizzi rappresenti una scelta etico-politica. Prediligeva gli animali più umili che studiava nel loro ambiente. Per lui questa scelta rappresentava un modo di sovvertire le regole che conteneva in se una volontà di riscatto. E che fa presagire anche la sua modernità di atteggiamento nei contronti degli animali. Questo volume apporta nuovi contributi che si appoggiano agli studi precedenti ma è capace di aprire nuove questioni”. Nella sua relazione sono stati poi ampiamente analizzati i punti di forza dei contributi presenti nel volume evidenziando le tante novità e l’apertura verso nuovi approfondimenti. Ha evidenziato anche la grande qualità del progetto editoriale che si avvale delle bellissime immagini a colori e di una impaginazione molto funzionale alla lettura del testo.

Lucia Arbace, direttore del Polo Museale dell'Abruzzo e curatrice del volume e della mostra ha concluso affermando che “Filippo Palizzi ci ha dato una grande lezione incoraggiando i giovani ad una attenta osservazione della natura spronandoli a cogliere le trasformazioni nei vari momenti della giornata, col variare della luce e delle stagioni. Attraverso i suoi insegnamenti e le sue opere ha lanciato un messaggio di grande attualità e modernità che valica i confini della produzione artistica, in un momento in cui si avverte un’esigenza ineludibile di stabilire un rapporto armonico con la natura che ci circonda”.

Il volume a cura di Lucia Arbace, 324 pagine interamente a colori, edito da Rocco Carabba nella collana Documenti, testimonianze, immagini diretto dal prof. Gianni Oliva, presenta i testi di Lucia Arbace, Franco Maria Battistella, Silvia Bosco, Maria Grazia Gargiulo, Alessandra Giancola, Stefano Menna, Rossella Napoli, Giorgio Napolitano, Maria Antonietta Picone Petrusa, Patrizia Piscitello, Sara Pizzi, Chiara Stefani, Maria Tamajo Contarini, Andrea Zanella. Le foto sono di Gino Di Paolo, Marco Casciello, Luciano Romano e archivi vari.

Si è inteso così celebrare le grandi doti creative di un artista italiano, schivo e solitario, che ha interpretato magistralmente la sua giovane nazione conquistando non solo l’attenzione dei sovrani Borbone e Savoia, ma anche il consenso di una clientela internazionale, dal Nord Europa al Sud America.

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