Quest’anno spegne 43 candeline la Rassegna Internazionale dei Concerti d’Organo, organizzata dal Comitato Manifestazioni d’Arte e Cultura di Vasto, pur tra difficoltà economiche e sforzi organizzativi.
Gli incontri musicali, a dispetto degli anni della manifestazione, continuano a coinvolgere e a far conoscere uno strumento antico, l’organo appunto, dalle potenzialità tecniche ed espressive straordinarie, valorizzate dalla direzione artistica del maestro Giovanni Clavorà Braulin, concertista e docente presso il Conservatorio Statale di Musica ‘Luigi Cherubini’ di Firenze che cura l’individuazione di validi concertisti provenienti da diverse scuole interpretative internazionali.
Quest’anno si alterneranno all’organo della chiesa di San Giuseppe, dalle ore 22 di ogni lunedì, dal 16 luglio al 6 agosto, Zuzana Janackova (Repubblica Slovacca), Per Ahlman (Svezia), Irena Chribkova (Repubblica Ceca) e Roberto Canali (Italia). I programmi toccheranno alcuni tra gli autori più rappresentativi del vasto repertorio organistico, le pagine barocche di G. Muffat, la grandiosità di J. S. Bach, le sonorità romantiche di J. Brahms, C. M. Widor e R. Schumann, la musicalità raffinata di G. Fauré.
“Ci piace augurare - dicono gli organizzatori - un buon ascolto con le parole del compositore Petr Eben, al quale il mondo della musica appariva come un meraviglioso giardino e nel quale tutto si può trovare: pendii assolati e pieni del profumo dei fiori, angoli ombrosi con maestosi alberi, drammatici burroni e giocosi zampilli; ma perché le porte aperte della Cattedrale di San Giuseppe possano essere ancora per il pubblico vastese l’ingresso in questo meraviglioso Eden, perché un ‘granello’ estivo di sana cultura non si disperda tra i tanti anonimi di un pugno di sabbia, è importante la partecipazione e il sostegno di tutti, soprattutto degli enti preposti alla crescita del bene pubblico e, quindi, della cultura che passa anche tra le canne di un organo prezioso e maestoso che la nostra città ha l’onore di possedere. Continua Eben: il cancello di questo giardino è sempre aperto, entriamo, forse ne rimarremo sorpresi”.
