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Tra 'prosa poetica' e ironia l'incontro con Hamid Ziarati a Vasto

Alla Pinacoteca di Palazzo d'Avalos il secondo appuntamento dei 'Giovedì Rossettiani 2012'

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Proseguono gli incontri dei 'Giovedì Rossettiani' con nomi di primissimo piano della letteratura internazionale contemporanea. Ieri pomeriggio ad affascinare e divertire il pubblico convenuto presso la Pinacoteca di Palazzo d'Avalos, lo scrittore di origini iraniane Hamid Ziarati, intervistato dal professor Giovanni Tesio, docente di Letteratura italiana all'Università del Piemonte. La lettura di alcuni brani tratti dai romanzi più conosciuti di Ziarati - tra cui il pluripremiato 'Salam Maman', 'Il Meccanico delle Rose' e l'ultimo uscito 'Quasi due' - è stata affidata all'attore Tiziano Feola. "Una delle grandi caratteristiche di Hamid Ziarati - ha spiegato il professor Tesio - è quella di saper mostrare il mondo con gli occhi di un bambino, attraverso uno sguardo libero e rivelatore. La sua è scrittura è molto poetica; nonostante i temi drammatici trattati, ci sono pagine di alta compassione: ho sempre pensato che la letteratura, in definitiva, debba accedere proprio alla grande e accogliente idea della compassione". A seguire, l'autore ha divertito il pubblico con qualche aneddoto della sua fanciullezza quando ha scoperto l'amore per la letteratura "per punizione": "Quando mi mettevano in castigo, e capitava quasi quotidianamente - ha raccontato Hamid Ziarati - venivo rinchiuso in camera di mio fratello; e lì non c'era molta scelta: o guardavo il soffitto o leggevo i libri di mio fratello. Così fino ai quattordici anni ho passato quasi tutti i pomeriggi a leggere qualunque cosa trovassi nella stanza". Poi gli studi di ingegneria, il dottorato di ricerca, il lavoro, senza mai perdere di vista quella grande passione nata quasi "per forza" che lo ha portato infine alla scuola "Giovane Holden" di Alessandro Baricco e alla ribalta letteraria con un romanzo d'esordio, 'Salam Maman', pubblicato per Einaudi. Incalzato dalle domande del professor Tesio, Ziarati ha anche dato qualche piccolo consiglio 'tecnico' sui dialoghi agli aspiranti scrittori con l'ironia che ha contraddistinto tutto il suo intervento, ricordando ciò che diceva ai ragazzi della 'Holden' durante i suoi seminari: "I dialoghi risultano persuasivi se sono scritti come quelli della vita reale. Provate a registrare i dialoghi con i vostri amici e confrontateli con quello che scrivete; ovviamente senza farvene accorgere, sia per favorire la spontaneità, sia perché probabilmente vi denuncerebbero".
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