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Antonia Arslan a Vasto tiene a battesimo i 'Giovedì Rossettiani 2012'

A Palazzo d'Avalos una delle voci più apprezzate della letteratura italiana contemporanea

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Non poteva esserci partenza più appropriata per i "Giovedì Rossettiani" nella giornata della Festa della Donna ed ecco l'incontro con una delle scrittrici più importanti dell'attuale panorama letterario, Antonia Arslan che, con il suo primo romanzo "La masseria delle allodole", ha riportato all'attenzione internazionale il tema del primo genocidio del Novecento: quello del popolo armeno. A presentare e intervistare informalmente l'autrice, il professor Gianni Oliva, dell'Università "G. D'Annunzio", collega e amico della scrittrice, mentre l'attrice e doppiatrice Mariaelena Fresu ha impreziosito l'incontro con la suggestiva lettura di alcuni passaggi del romanzo. "La masseria delle allodole - ha sottolineato in apertura il professor Oliva - ormai ha fatto il giro del mondo e ispirato un film dei fratelli Taviani; ha anche un seguito: La strada di Smirne, che con Il libro di Mush, appena uscito, chiude la trilogia che ha per tema il genocidio del popolo armeno; genocidio che ancor oggi la Turchia non riconosce ufficialmente, il che per la comunità internazionale è considerato un grosso ostacolo all'ingresso della Turchia nell'Unione Europea". La parola è poi passata ad Antonia Arslan, la quale, con toni pacati e voce suadente, ha catturato l'attenzione della folta platea. "Mi fa particolarmente piacere - ha dichiarato la Arslan - intervenire in una manifestazione improntata su 'L'infanzia delle parole', perché è proprio dall'infanzia che noi ristabiliamo i fondamenti della nostra identità". Infatti, ha spiegato l'autrice, ciò che ha "romanzato" nel suo lavoro sono proprio i sedimenti di quei racconti famigliari tornati a galla negli anni. Il tema del genocidio del popolo armeno - ha ricordato la scrittrice - è stato a lungo ignorato e, come ricordava il professor Oliva, il governo turco ancora tenta di oscurarlo, ma ormai anche in Turchia c'è una sensibilità diffusa tra giovani, giornalisti, studiosi che danno voce a questa terribile pagina di storia, rendendo tutto sommato ridicoli i maldestri tentativi del governo di restare sulla strada del negazionismo".
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