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Fresagrandinaria ricorda Armando Ottaviano

Domenica sarà inaugurata una nuova targa in memoria del partigiano ucciso alle Fosse Ardeatine

redazione
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80 anni fa si consumava uno degli eccidi più atroci ed efferati della storia d’Italia. Era il periodo della Seconda guerra mondiale, in una Roma occupata dai tedeschi, il 24 marzo 1944, alle Fosse Ardeatine, 335 italiani furono trucidati senza pietà dai soldati nazisti. Tra queste numerose vittime c’era anche Armando Ottaviano, nato e cresciuto a Fresagrandinaria per poi trasferirsi a Roma all’età di 12 anni. 

Fresa non l’ha dimenticato e non lo dimenticherà, promuovendo, domenica 24 marzo 2014, una iniziativa in suo onore. Alle ore 16.00, davanti al Monumento ai Caduti, sarà inaugurata una nuova targa in memoria di Armando Ottaviano. La celebrazione segue un iter di eventi già realizzati durante l’ultimo anno, finalizzati all’approfondimento storico del vissuto di Armando Ottaviano, nella contestualizzazione della sua vita con la storia di Fresagrandinaria. 

Sono previsti gli interventi di Lino Giangiacomo, sindaco di Fresagrandinaria; di Florindo Lalla, socio della Pro Loco di Fresagrandinaria e, soprattutto, per l’occasione, ha gentilmente accettato l’invito l’assessore alla Cultura del VII municipio di Roma, Riccardo Sbordoni. Ci sarà la partecipazione, inoltre, di delegati dell’ANPI Tuscania e di Vasto, l’evento sarà allietato dalle note di Musica in Crescendo

Il giovane Armando, laureatosi in Lettere e Filosofia il 22 gennaio 1944 (poco più di due mesi prima di finire vittima della furia tedesca), non era rimasto a guardare durante l’invasione, non era un tiepido, bensì un intrepido. Decise di esporsi, di stare dalla parte che riteneva giusta: di coloro che lottavano per liberare la propria patria. Divenne un convinto partigiano, una decisione che pagò con il sacrificio della sua vita, spentasi troppo presto, a 24 anni. La guerra – resa possibile dalla barbarie e dall’avidità dell’uomo – ha impedito ad un giovane trasferitosi in piena adolescenza da un piccolo borgo abruzzese ad una grande città come la Capitale, di insegnare ciò che per cui aveva studiato, di continuare a scrivere poesie come amava fare. Un animo nobile e sensibile rimasto vittima di un eccidio che ha avuto eco nazionale e che si sapeva sarebbe entrato di diritto nei libri di storia. La storia ci insegna che alcuni orrori del passato non vanno ripetuti. 

È una storia triste quella di Armando Ottaviano, ma nello stesso tempo commovente e illuminante. C’è tanto da imparare, emergono tanti spunti di riflessione. A distanza di 80 anni si continua a parlare di lui, nel paese che gli ha dato i natali, in quella Fresagrandinaria che è stata la sua culla, il suo ventre materno prima che lasciasse il nido. 

Ciascun fresano non sarà mai indifferente al nome di Armando Ottaviano e a quell’immagine che lo ritrae con un volto pulito, diafano e serafico. A 80 anni dall’eccidio alle Fosse Ardeatine che gli costò la vita, rendendola più feconda che mai, Fresagrandinaria ha indetto questa iniziativa per omaggiare un suo figlio e celebrare un valore come la memoria, senza il quale non c’è futuro. 

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