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Franco Arminio ha incantato il pubblico dei 'Giovedì Rossettiani'

“Il rito delle cartoline dai morti è durato più di due ore. Un tempo intenso e lieto in un teatro gremito e attento”

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Solito risveglio precoce. Fra poco parto da Vasto per Casarsa, il paese di Pasolini.

Grazie agli amici che ieri mi hanno accolto in Abruzzo con grande generosità.

E penso di aver ben ricambiato.

Il rito delle cartoline dai morti è durato più di due ore. Ed è stato un tempo intenso e lieto in un teatro gremito e attento”.

Franco Arminio scrive così su Facebook all’indomani della tappa vastese.

Il secondo appuntamento con i Giovedì Rossettiani ha regalato quello che potrebbe definirsi un vero e proprio percorso emozionale, sapientemente condotto dal protagonista.

Poeta e pubblico si sono fusi in un dialogo viscerale in cui il primo, attraverso i versi, ha permesso l’immediatezza della percezione dei molteplici messaggi che voleva lanciare, dando all’altro l’opportunità di andargli incontro nella fiducia di riceverli, non avendo paura di sentirsi esposto.

Franco Arminio ha condiviso con la platea diversi brani tratti dal suo lavoro Cartoline dai morti, proponendo con gentilezza, eleganza ed ironia il tema del trapasso, delicato e di difficile comprensione per quanti ne hanno vissuto i risvolti più dolorosi.

Tanti gli applausi, fragorose le risa e personali le riflessioni che ha suscitato in ciascuno dei presenti.

In molti non hanno trattenuto il desiderio di raccontare la propria esperienza o di rispondere alle continue sollecitazioni del poeta, non relegando il momento delle domande solo alla fine.

“Questa è una serata – ha detto Arminio - per dare più spazio al bene che è in noi. Per cambiare noi stessi anche di un millimetro. Cantiamo le nostre passioni, non viviamo con l’idea che gli altri hanno di noi perché ognuno è imperfetto. Spesso dico che abbiamo la bontà disoccupata che attende di essere messa in pratica. Usciamo fuori da quell’atteggiamento di mutismo corale che ci divide. Dobbiamo rimetterci un po’ più vicini”.

Un evento ricco di momenti di interazione. Il poeta ha invitato alcuni astanti a salire sul palco e a leggere versi; qualcuno si è cimentato nella traduzione di un brano nella propria lingua o dialetto, come l’assessore alla Cultura, Peppino Forte, con la sua versione in vastese Doc.

Cantiamo Azzuro, non da ultimo Arminio ha chiesto al pubblico di esibirsi in una gara da cui nessuno si è sottratto anzi, raccogliendo anche l’ennesima sfida di cantare “Maremaje”, il famoso lamento della vedova abruzzese, “Vola vola” e, infine, “Bella Ciao”.

“Arrivato a Vasto ho percepito nell’aria un senso di tenerezza e di dolcezza. La piazza, i suoi colori e il modo di camminare delle persone mi hanno lasciato ben sperare. E stato come fermarsi a una pompa di benzina. L’aria di questa città mi ha ricaricato. Ho pensato che è un posto bello nel mondo” queste le parole con cui il poeta ha concluso la serata.

Prossimi appuntamenti con i Giovedì Rossettiani

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