IL GRIDO DI SALVATORE BORSELLINO ALLA FESTA DELL'IDV A PALAZZO D'AVALOS: "VOGLIAMO TORNARE A RESPIRARE UN FRESCO PROFUMO DI LIBERTA'"

Michele Tana
21/09/2009
Attualità
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"Questa agenda rossa, simbolo di giustizia negata": si accalora e, al tempo stesso, non può esimersi dal commuoversi Salvatore Borsellino quando parla dei tanti dubbi e delle 'verità nascoste' che ancora caratterizzano la strage di via D'Amelio a Palermo nella quale persero la vita il fratello magistrato Paolo e cinque agenti della sua scorta tra i quali Emanuela Loi, prima donna ad aver fatto parte di una scorta ed a cadere in servizio. Se ci fosse stato un 'applausometro', sabato pomeriggio, nel cortile di Palazzo d'Avalos per uno degli appuntamenti nell'ambito della seconda giornata della quarta edizione della Festa nazionale dell'Italia dei Valori, il livello più alto sarebbe stato di sicuro toccato nel mentre del suo discorso. Una mezzora e più di ricostruzioni e sottolineature, in piedi, davanti alla platea. Si parte e si chiude con quell'agenda di suo fratello, quella di cui Salvatore Borsellino parla e che manca all'appello, quella che conteneva, a suo giudizio, i nomi ed i perché della terribile esecuzione consumatasi il 19 luglio del 1992. "Non sono qui per farvi commuovere - dice - sono qui per farvi arrabbiare ed indignare. Per spingervi a ribellarvi ed a lottare per un Paese giusto e libero. Per anni sono stato in silenzio, ma la rabbia dentro era troppa e allora ho cominciato a parlare. E ad urlare. E lo faccio soprattutto per i giovani. Siete tanti qui. Ed è grazie a voi che ho la speranza, come amava dire mio fratello Paolo, che un fresco profumo di libertà potremo tornare a respirare. Ho sete di verità e di giustizia, non di vendetta. E quando non avrò più la voce per gridare - dice sempre riferendosi ai giovani - dovrete essere voi a gridare la vostra voglia di verità e di giustizia. Qui mi sento in mezzo a gente onesta e sono contento di essere in mezzo a voi". Infine l'invito a prendere parte alla manifestazione del prossimo 26 settembre a Roma. Tutti nella capitale, con un'agenda rossa, per ricordare il sacrificio di Paolo Borsellino e per ricordare che gli autori e i mandanti non sono stati ancora puniti. "Resistenza, resistenza, resistenza!", il grido finale di Salvatore Borsellino. Prima di lui, in un dibattito sviluppatosi sul tema della giustizia, moderato dal giornalista Peter Gomez, avevano parlato gli europarlamentari Luigi De Magistris e Sonia Alfano, il senatore Luigi Li Gotti ed il consulente giudiziario Gioacchino Genchi.

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