Da Mauro Febbo, del Popolo delle Libertà , riceviamo la replica ad un articolo a firma del direttore de ''Il Giornale della Frentania'', Filippo Marfisi, pubblicato anche su questo sito, dal titolo ''Rialzati a chi?'': ''Scorrendo con attenzione la testata web ''Il giornale della frentania'', non ho potuto fare a meno di leggere l'articolo del sig. Filippo Marfisi e avere uno spunto di riflessione su quanto dichiarato. Premesso e che c'è da parte mia la massima fiducia sull'operato della magistratura, la quale farà piena luce sulle devastanti vicende che ormai tutti ben conosciamo riguardanti Ottaviano Del Turco e gli altri coinvolti; c'è da chiarire, rispondendo alle domande del sig. Marfisi, lo spirito che vuol esprimere lo slogan ''Rialzati''. E' uno slogan utilizzato già da 3 mesi dal PdL nazionale e che calza perfettamente anche per la realtà locale abruzzese. E', quindi necessario, rialzarci dal degrado morale ed economico lasciatoci in eredità dai governi di centro sinistra locali e nazionali. Per far ciò, credo, che la vera politica non sia solo spirito di servizio dedito agli elettori, la Politica è, in particolare, il dare risposte concrete a tutte le categorie sociali e che non si traduce soltanto in atti amministrativi, ma è necessario che spinga in maniera incisiva per la ripresa dello sviluppo economico e tenda a migliorare la qualità dei servizi. Il significato non è quello di voler ancora ''mungere'' il cittadino, il significato vero è quello che dal 2 dicembre la politica abruzzese si inizi ad interrogare su come dare la forza per rialzarsi e soprattutto, cosa molto importante, far riacquistare fiducia verso le istituzioni. Personalmente non ho mai utilizzato le aule o gli uffici della politica per personale tornaconto tant'è vero che vivo del mio lavoro a differenza di altri personaggi che hanno fatto della politica e più precisamente dei partiti la loro sede lavorativa: vedi Umberto Aimola, Stefania Pezzopane, Marco Verticelli, Enrico Paolini o lo stesso ex-sindacalista Del Turco, loro hanno mai lavorato un giorno della loro vita? Cordiali saluti, rag. Mauro Febbo''.