Secondo le Nazioni Unite, ogni anno gli europei producono 16,2 kg allâanno di rifiuti elettronici in uno scenario globale di 53,6 tonnellate tra smartphone ed elettrodomestici che vanno al macero. Di questi, appena il 17% si stima vengano raccolti e riciclati, di certo non tutti finiscono nella spazzatura e, spesso, vengono dispersi nellâambiente. Una problematica figlia dellâobsolescenza programmata e dellâabitudine a buttare invece di riparare a cui la Commissione europea sta cercando di porre rimedio con una Direttiva sui prodotti difettosi, recentemente approvata con voto in sessione plenaria dal Parlamento europeo a Strasburgo.
âAccogliamo con entusiasmo lâattenzione che lâUe sta ponendo sulla durata e la riparabilità degli oggetti, soprattutto elettronici â commenta Luca De Gaetano, fondatore e presidente di Plastic Free Onlus, lâorganizzazione impegnata dal 2019 nel contrastare lâinquinamento da plastica â Durante le nostre pulizie ambientali che organizziamo settimanalmente in tutta Italia troviamo abbandonati in natura smartphone, lavatrici, frigoriferi ed elettrodomestici vari. Prodotti che, con il sistema innovativo ed incentivante che lâUe sta immaginando, avrebbero potuto avere una seconda vita o sarebbero potuti semplicemente durare di piùâ.
Tra le misure per ridurre lâimpatto ambientale dei prodotti ed elettrodomestici esausti, il testo approvato prevede di consegnare ai consumatori un prodotto sostitutivo durante la riparazione o di consigliare lâacquisto di un oggetto ricondizionato nonché lâerogazione di incentivi per indurli ad optare sempre più per la riparazione anziché lo smaltimento del prodotto difettoso, assicurando ciò ed estendendolo oltre il periodo di garanzia legale. Si apre ora il negoziato tra Parlamento europeo e Consiglio Ue per la definizione della versione definitiva