Lucia Di Folca è una giovane autrice abruzzese della casa editrice Masciulli Edizioni. Dopo aver concluso gli studi in assistenza odontoiatrica presso lâUniversità âG. DâAnnunzioâ di Chieti-Pescara, Di Folca spiega di aver iniziato quasi per gioco la stesura del suo libro autobiografico, dal titolo âNella tasca destra in altoâ, dedicando un poâ di tempo a se stessa, dopo un lungo periodo travagliato della sua vita.
Nonostante la giovane età , la scrittrice ha vissuto momenti molto tristi che le avevano tolto la gioia della vita. à riuscita a rialzarsi grazie alla fede, alla musica (tramite il gruppo musicale âIl Voloâ di cui conosce il componente Gianluca Ginoble) e allo sport, traendo forza soprattutto dai bambini malati (lâautrice è volontaria AGBE di Pescara). Ha voluto raccontare la sua storia per dare un messaggio di speranza ai ragazzi che ricevono pura cattiveria nelle scuole (o in generale), a chi vive il dramma di uno o più lutti ed alcuni consigli su come ci si può rialzare attraverso il rispetto e lâamore di alcune persone care.
Attraverso unâintervista rilasciataci, Lucia Di Folca torna ad evidenziare gli aspetti che lâhanno portata alla stesura del libro. Di seguito, ne ripercorriamo alcuni insieme.
Il bullismo. âNel periodo liceale â spiega lâautrice - sono stata vittima di cattiverie da parte dei miei compagni di classe. In quegli anni, non mi rendevo conto della situazione che stavo vivendo e solo successivamente mi è stato detto che ho subito bullismo. Ogni tanto notavo che anche il professore di matematica mi sbeffeggiava insieme al solito gruppetto. Nessuno mi credeva, né la preside né i miei genitori. Ho continuato a subire cattiverie e odio fino alla maturità . Non potevo nemmeno denunciare perché ero talmente debole fisicamente e psicologicamente che non vedevo l'ora di andarmene da quell'istituto. In concomitanza con l'ultimo anno di liceo, mio padre si ammalò di un tumore raro e di lì ad un anno morì. Dopo la morte di mio padre si susseguirono in brevissimo tempo diversi lutti in famiglia, tra cui mio nonno, un'amica stretta di famiglia, 2 zii ed altri 2 parenti. Avevo toccato il fondo e iniziarono gli attacchi di panico.â
La fede e il trio âIl Voloâ. âPensavo che tutto era perso e niente è stato vissuto come una normale giovane di 20 anni, avendo vissuto l'adolescenza come una âsfigata di turnoâ. Fortunatamente, ho trovato la forza di reagire solo con la Fede. In quegli anni, infatti, arrivarono nella mia vita don Andrea, il mio migliore amico, e il trio musicale âIl Voloâ. Non volevo affezionarmi per niente ad Andrea. Pensavo, âva bene credere in Dio e pregarlo...ma avere l'amicizia con un ragazzo che vuol farsi prete per poi convincerti... proprio noâ. Invece, - ammette Di Folca - lui è stato il mio coraggio, la mia forza, la mia speranza, la mia salvezza. Mi è stato vicino anche nel silenzio. Non ha ascoltato solo le mie parole ma ha sentito i miei silenzi. Il âVoloâ, invece, è stata la vera novità : il primo concerto, la prima esperienza con un fan club, i primi veri e propri divertimenti con le amicizie âVoloversâ. Ma in particolar modo la fierezza di seguire ragazzi coetanei educati, gentili, generosi, onesti, insomma, ragazzi di altri tempi. Ho avuto la fortuna di conoscere in particolar modo Gianluca Ginoble. Nel 2016, divenne cittadino onorario del mio paese e con la Pro Loco 'Tholos' mi occupai dellâorganizzazione dell'evento."
âNon dobbiamo avere paura del giudizio di altre persone e non dobbiamo nasconderci. Dobbiamo avere il coraggio di chiedere aiuto. Per aiutare non dobbiamo solo ascoltare le parole che ci vengono dette, ma saper ascoltare in particolar modo i silenzi dell'altra persona. Dobbiamo essere liberi di non aver paura di esprimerci. Liberi dalle nostre prigioni mentali e ci dobbiamo rispettare. Rispettare noi stessi e gli altri per essere liberi. Dobbiamo anche portare un messaggio di speranza e un aiuto a chi non riesce a rialzarsi con le proprie forze. Siate liberi di essere liberi dalle vostre prigioni mentali. E rispettatevi â prosegue lâautrice -. La libertà è Sacra come il Pane."
âIl mio appello â conclude Di Folca - è rivolto alle istituzioni religiose, politiche, sociali, agli insegnanti e ai genitori. Si devono seguire i ragazzi in modo diligente. Le persone più deboli non vanno abbandonate, ma vanno incoraggiate ancor di più in modo da farle brillare. Questo libro si rivolge a quelle persone più deboli che hanno voglia di gridare la loro rabbia e il loro disagio (a causa del giudizio degli altri) ma non possono, perché hanno paura della cattiveria altrui."