In una Sala Aldo Moro gremita si è tenuto sabato 11 marzo la presentazione del video âSulla loro Pelleâ che ha vinto lâ11esimo Premio Roberto Morrione. Lâevento organizzato da Cittanet con la collaborazione dellâOdv Ricoclaun ha avuto la presenza di Antonio Cilli editore Cittanet, Marika Ikonomu, Alessandro Leone, autori del video e nella funzione di moderatrice Rosaria Spagnuolo, giornalista e presidente Ricoclaun.
Dopo la visione dellâinchiesta gli autori hanno spiegato che hanno partecipato con Simone Manda allâundicesima edizione del Premio Morrione per il giornalismo investigativo under 30. Hanno scelto il difficile tema dei Centri di permanenza per il rimpatrio (Cpr) che sono strutture nate per trattenere e rimpatriare i migranti che arrivano in Europa. Ufficialmente sono luoghi di detenzione amministrativa ma nella sostanza funzionano come un carcere. Hanno lavorato circa sette mesi al lavoro di ricerca, per approfondire la tematica, entrare in relazione con le associazioni collegate e con le varie prefetture. Sono state quattro le prefetture che hanno risposto ma poi solamente due hanno accolto la loro domanda ma ad una condizione, la loro visita poteva essere effettuata senza lâuso dei cellulari. I tre giornalisti hanno fatto la scelta coraggiosa di entrare con la telecamera nascosta, per poter riprendere la situazione reale di questi centri, gestiti da privati con gli appalti al massimo ribasso. Le società per fare profitto limitano i servizi, arrivando a negare i diritti fondamentali delle persone trattenute. Hanno evidenziato gli autori che quello che manca è il controllo pubblico. Lo Stato è obbligato a verificare, ma lo fa solo nei corridoi, senza entrare in contatto con le persone che per diversi mesi si trovano nelle strutture in condizioni gravissime: cibo scarso e spesso scaduto, senza assistenza sanitaria, senza la possibilità di entrare in contatto con i familiari, con tante situazioni di suicidio o autolesionismo.
âSe il Governo sta pensando di aumentare il periodo di permanenza nei Centri fino a 180 giorni, senza affrontare il problema, come non lâhanno affrontato i governi precedenti, nellâindifferenza generale, questi centriâ, commentano Alessandro Leone e Marika Ikonomu âandrebbero invece soppressi. Sarebbe da cambiare tutta legge sullâimmigrazione in Italia, una legge che non funziona, che vive il problema in una logica punitiva. Vanno colpiti i trafficanti non i migranti.â
Lâinchiesta âSulla loro Pelleâ sta facendo il giro dellâItalia in tante città per far conoscere il problema, con la collaborazione di tante associazioni, con tanta partecipazione da parte della società civile. Dopo Vasto le prossime tappe saranno Napoli, Torino e Firenze. Gli autori stanno cercando di far entrare il problema dei Cpr in Parlamento, perché solo i parlamentari possono avere la possibilità di cambiare la normativa.
Mai come in questo momento, con la tragedia di Cutro, queste tematiche sono sempre più attuali in attesa di un piano europeo serio per lâimmigrazione e lâintegrazione, che consideri il problema degli squilibri economici, prima che le contraddizioni esistenti, lâopacità generale, rendano sempre più grave la situazione. Potrebbe essere utile una sanatoria rispetto ai flussi iniziati dal 2014 in Italia.
Si è parlato anche delle inchieste giornalistiche in generale, dei problemi dei finanziamenti, che potrebbero anche essere pubblici, ma anche della lunga fase di precariato, soprattutto in Italia con quarantamila giornalisti freelance e dellâassenza di editori puri, che limitano in qualche modo lâinteresse verso lâinformazione.