Riscontri positivi della presentazione del saggio “La scomparsa delle persone”

Dario Leone e Eide Spedicato Iengo hanno evidenziato le caratteristiche della società reticolata e liquida e il percorso possibile verso il ripristino del tessuto collettivo

Rosaria Spagnuolo
15/01/2023
Cultura
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Ha avuto molto successo la presentazione del saggio “La scomparsa delle persone”, edito da Nulla Die per la collana “Nuovo Ateneo, quinta pubblicazione di Dario Leone, scrittore e sociologo. Alle domande della moderatrice Rosaria Spagnuolo ha risposto oltre che l’autore anche Eide Spedicato Iengo, luminare delle Scienze Sociali e già Professore di Sociologia Generale all’Università degli Studi “G. D’Annunzio” di Chieti. 

La prof.ssa Eide Spedicato Iengo ha evidenziato che il testo è ricchissimo di proposte e spunti di riflessione per comprendere il momento attuale che dal 2000 in poi ha avuto un cambio di passo con la disumanizzazione dei nostri tempi, la morte della dimensione collettiva avvenuta con l’affermazione della Globalizzazione dove emergono le persone come esseri fluidi, inconsistenti, indifferenti, deresponsabilizzati. 

Ha sottolineato che prima c’erano persone, attori della realtà, capaci di esprimere il proprio parere, mentre oggi nella realtà reticolata e liquida, dove si è persa l’etica, il soggetto non ha più parole, svolge una funzione periferica ed è diventato consumatore dell’effimero. Si usa solo il pronome IO, con il collasso della realtà comunitaria. Il soggetto è diventato Homo Insipiens e non è più in grado di usare la dialettica. 

Dario Leone ha evidenziato il focus del suo libro, la scomparsa della persona. “Ci muoviamo” ha spiegato l’autore, “sull’orlo del precipizio, smarrendo la rotta, il progetto, in assenza di punti fissi. La persona allora scompare e ci si ritrova nel deserto privo di segnaletica, con la disgregazione del tessuto comunitario.”

“Il problema della società liquida attuale” ha spiegato la Spedicato, “è il concetto di libertà che non si associa più con la responsabilità, non ha più regole e di conseguenza non produce benessere. La vera libertà produce codici di comportamento che sono fondamentali punti di riferimento. Il mondo attuale sembra fatto di adolescenti, è noto il termine attuale adultescenza, adulti che hanno perso il proprio ruolo e si comportano anche nell’età avanzata come tanti adolescenti, dove la libertà viene considerata come licenza, senza più consapevolezza.”

La professoressa Spedicato ha parlato dell’amicizia snaturata, delle relazioni contraddistinte dall’usa e getta, dalla precarietà che distruggono l’amore, lo frammentano, rendendolo liquido e privo di senso. Quello che si vuole è avere a tutti i costi un posto in vetrina. E’ necessario riscoprire l’Homo Civicum che ha a cuore la cosa pubblica per riprendere l’azione verso quello che sembra smarrito: il bene comune. Il percorso è fatto di piccole cose, riscoprire la cortesia, l’ascolto autentico dell’altro, il guardarsi negli occhi, sorridere come invito ad aprirsi all’altro che dispone l’altro al benessere. Uscire dalla frettolosità insensata, tossica e riscoprire un’andatura a passo d’uomo, riscoprendo le soste, mostrando la generosità, l’incoraggiamento, la socialità positiva. Allora il soggetto ridiventa persona.

“Nella società attuale” ha spiegato Dario Leone, “c’è l’anomia, dove le norme impallidiscono. La globalizzazione ha fatto dell’anomia una norma. La realtà può cambiare quando gli individui agiscono, riscoprendo il tessuto comunitario, ricostruendo l’agorà, dove non ci si spaventa dei problemi, ma dove anzi ci si attiva a cogliere sfide e a vincerle riscoprendo in questo percorso la felicità. È necessario decodificare le informazioni e unire le forze dei consapevoli per attivare un cambiamento positivo.”

Rosaria Spagnuolo ha concluso l’incontro evidenziando come la chiave per oltrepassare questa fase è ritrovarsi, ri imparare ad amarsi e ad amare il prossimo, mettersi al servizio, riscoprendo una dimensione collettiva, in un percorso della ricerca dell’autenticità che porta ad una trasformazione, al concetto di felicità generativa. Come dice Leonardo Becchetti le persone sono felici se sono generative, cioè se la loro vita contribuisce in maniera positiva alla vita di qualcun altro. La generatività è connessa anche alla creatività, la capacità di mettersi in gioco, in azione, che porta a generare soluzioni, che crea soddisfazione, che determina una ricchezza di senso nella vita personale e che si esplica anche nel volontariato. 

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