Civeta, quattro comuni non aderiranno all’attuale nuova società

Casalbordino, Monteodorisio, Pollutri e Villalfonsina: il nuovo statuto «mortifica» le nostre comunità e presenta numerose criticità

Alessio Di Florio
14/12/2022
Territorio
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Il Consorzio Civeta è destinato a cessare di esistere, lo statuto prevedeva nelle scorse settimane la sua scadenza. L’imminente arrivo di questo termine temporale ha portato ad un’ampia discussione che da mesi è al centro del dibattito. In cui è emersa la necessità di modifiche sostanziali all’attuale assetto societario, la proposta emersa è stata quella della trasformazione del consorzio in società di capitali (formula scelta la società a responsabilità limitata, srl) con le quote detenute interamente dai Comuni. 

Durante il confronto tra gli amministratori dei comuni consorziati, dall’estate scorsa, alcuni sindaci hanno sollevato alcune criticità e chiesto sostanziali modifiche al futuro assetto che si sta delineando. Primi cittadini che hanno chiesto di approfondire tutti gli aspetti giuridici della nuova società e sullo stato economico-finanziario dell’attuale Civeta. Fissata inizialmente a settembre, dopo diverse note inviate dalle amministrazioni comunali, la data di firma del nuovo statuto è slittata al 2 dicembre e, poi, successivamente a domani, 15 dicembre. Si stanno delineando le riflessioni e le posizioni dei vari Comuni in vista dell’assemblea del Civeta fissata per domani in cui è prevista la firma del nuovo statuto. 

In questi giorni si stanno riunendo, in vista dell’assemblea, i consigli comunali. Nelle sedute di queste ore si è delineata la posizione delle amministrazioni di Casalbordino, Monteodorisio, Pollutri e Villalfonsina. I sindaci Filippo Marinucci (Casalbordino), Catia Di Fabio (Monteodorisio), Nicola Maria Di Carlo (Pollutri) e Mimmo Budano (Villalfonsina) hanno reso noto la volontà deliberato nei consigli comunali di non aderire alla nuova srl così come si sta delineando. Le criticità e i rilievi sollevati in questi mesi non sono stati superati e permangono nell’attuale stesura del nuovo statuto, hanno sottolineato in una nota inviata alla stampa i quattro primi cittadini. «I comuni di Casalbordino, Monteodorisio, Pollutri e Villalfonsina sono stati tra i soci fondatori delConsorzio Civetache, per questioni legate al corretto svolgimento dell’attività societaria, è statocommissariato dalla Regione Abruzzo nel corso del 2013 – ricordano Marinucci, Di Fabio, Di Carlo e Budano - dopo quasi 10 anni, il Commissario del CIVETA ha comunicato agli enti soci la possibilità di trasformare il Consorzio in una società in housee dopo diversi incontri, ai quali noi sindaci abbiamo sempre partecipato, ci è stata trasmessa, a fine novembre, la bozza dello statuto della costituenda società “CIVETAs.r.l.”».  

«L’impostazione dello Statuto e in particolare le modalità e i criteri per la rappresentanza dei comuniall’interno della società,a nostro avviso, hanno rivelato un malcelato intento di escludere di fatto i comuni più piccoli dalla partecipazione, e quindi dalla gestione, della Società tradendo in questo modo lo spirito con il quale è nato il Consorzio, espressione dell’intero territorio e non solo dei due/tre comuni più grandi – riassumono le criticità già espresse in questi mesi i rappresentanti di Casalbordino, Monteodorisio, Pollutri e Villalfonsina - tant’è che lo Statuto rinnega completamente quel criterio, pensato proprio per i comuni più piccoli, secondo il quale per le decisioni del Consorzio dovevano contare non solo le quote ma anche le “teste” cioè i singoli comuni». Con l’assetto societario che si sta delineando «si arriva invece al risultato, per noi inaccettabile, di tagliare fuori dal Civeta le nostrecomunità, senza consentirci neppure di poter decidere sul se, come e quando, dovranno o potranno essere svolti i servizi nei nostri territori» e «da soci fondatori del CIVETA, ci ritroveremmo tristemente a dover ricoprire nella nuova società il ruolodi ospiti e, molto probabilmente, anche indesiderati» dichiarano Marinucci, Di Fabio, Di Carlo e Budano. 

«Non siamo e non siamo mai stati contrari alla trasformazione del CIVETA in una società che potessesvolgere il servizio di gestione dei rifiuti (per questo era nato il Consorzio)e prova ne è il fatto che abbiamo cercato in tutti i modi di arrivare ad una soluzione condivisa, chiedendo tavoli, partecipando ariunioni e firmando per la proroga del Consorzio, convinti che avere più tempo avrebbe aiutato unconfronto costruttivo e sereno – sottolineano i quattro sindaci - purtroppo oggi ci troviamo di fronte ad uno Statuto che non solo ci mortifica, mortifica noi come amministratori, ma soprattutto le nostre comunità, ma che presenta tanti e tali criticità, sotto il profilo giuridico e contabile, che secondo noi nessun amministratore accorto e avveduto potrebbe e dovrebbeavventurarsi in questa iniziativa a cuor leggero». Gli amministratori di Casalbordino, Monteodorisio, Pollutri e Villalfonsina sottolineano di aver  Â«cercato di dare il nostro contributo, abbiamo proposto emendamenti echiesto modifiche, abbiamo ad esempio chiesto di sostituire il cda con unamministratore unico per ridurre i costi e non gravare sui cittadini, abbiamo proposto un sistema di partecipazione, peraltro imposto dalla legge in società di questa natura, che consentisse a tutti, anche al comune più piccolo di poter decidere cosa e come gestire i servizi sul proprio territorio, ma purtropponon hanno saputo o forse non hanno voluto ascoltarci» ma di essersi «trovati invececon in mano uno statuto che, a nostro avviso, è illegittimo, senza un atto costitutivo della società, con una documentazione contabile che non è quella da noiripetutamenterichiesta».

«Le criticità di natura giuridica e contabile le abbiamo esposte nelle nostre missiveal Commissario, allaRegione e ai sindaci degli altri comuni e le abbiamo riportate ampiamente nelle deliberazioni approvate ieri dai consigli comunali – le conclusioni della nota diffusa dai rappresentanti dei quattro comuni - per tutte le motivazioni, anchedi carattere tecnico giuridico-contabile, nella qualità di soci fondatori e consorziati del Consorzio CIVETA e di eventuali soci della costituenda s.rl.ci siamo trovati nella posizione di non poter partecipare alla sottoscrizione esprimendo, nella giornata di oggi, nei rispettiviConsigli comunali dellenostre città, la contrarietà della trasformazione del CIVETAin società di capitali». 

 

 

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