La pandemia aveva interrotto la consueta festa della cottura delle fave per la festa di San Nicola, il santo della carità , del 5 dicembre. Questâanno lâantico rito della tradizione è stato vissuto a pieno da tutta la comunità di Pollutri, ma anche da tante persone devote al santo venute per assistere allâevento.
Grande lâimpegno organizzativo per la cottura delle fave nei grandi calderoni in piazza.
Eâ frutto della grande devozione di Pollutri a San Nicola che secondo le fonti storiche iniziò dallâXI secolo. Il merito della diffusione è da attribuire ai pastori che, di ritorno dalla transumanza, importarono in Abruzzo usi e costumi pugliesi, compresa la devozione per il santo di Bari. Lâuso delle fave è legato a doppio filo al culto di San Nicola. Oltre a ricordare lâospitalità offerta ai pellegrini in viaggio verso la Puglia, esse sono protagoniste di un celebre miracolo attribuito al santo. Per salvare la città di Bari dalla fame, Nicola avrebbe stretto nel suo pugno una manciata di fave, moltiplicandole a dismisura una volta aperte le dita e saziando così lâintera popolazione.