Un cittadino invita alcuni amici a passare alcuni giorni nel nostro territorio e pubblicamente protesta per aver trovato stabilimenti balneari e lidi attrezzati già chiusi. Dopo aver espresso forti critiche alla gestione del turismo da parte di molti gestori scrive âForse lâunica soluzione può arrivare con la concorrenza che si creerebbe grazie alla tanto contestata direttiva bolkesteinâ. à successo nei giorni scorsi a San Salvo e al âcaro concittadinoâ è giunta la risposta, anchâessa pubblica, dellâAssociazione Balneatori e Turismo San Salvo.
Dopo aver motivato la decisione di chiudere anzitempo la stagione per lâaumento esponenziale dei costi, dovuto principalmente al âcaro energiaâ, e una disanima articolata sullâassenza di âpolitiche rivolte al turismoâ almeno da cinquantâanni lâassociazione è tornata sulla questione della direttiva Bolkestein. âSulla questione tanto spinosa della direttiva Bolkenstein la invitiamo a riflettere sull'effettiva azione positiva di una forzata concorrenza nell'aumentare il livello dei servizi abbassando i costiâ scrive lâassociazione dei gestori di lidi, un invito a riflettere sulle reali conseguenze dellâapplicazione della direttiva europea contro cui è forte da anni la mobilitazione dei balneatori e delle loro associazioni.
Lâapplicazione in Italia della direttiva europea, che prende il nome dal commissario europeo Frederik Bolkestein che la propose (inizi Anni Duemila), è tornata nelle scorse ore ad agitare anche le acque del dibattito nazionale. Mentre il Parlamento sta completando lâiter per la conversione in legge del decreto âAiuti bisâ il governo Draghi ha approvato in consiglio di ministri il successivo âAiuti terâ. In questa sede è stato approvato anche quello che è un passo decisivo verso lâapplicazione della Direttiva Europea Bolkestein in Italia: la mappatura delle concessioni. âIl provvedimento non va a disciplinare le gare pubbliche per riassegnare i titoli, bensì si limita ad avviare la ricognizione totale di tutte le concessioni pubbliche di beni statali, incluse quelle del demanio marittimo su cui insistono stabilimenti balneari, ormeggi, porti e varie altre attività - scrive una rivista nazionale di riferimento del settore balneare, mondobalneare.com - il consiglio dei ministri ha deciso di affidare la ricognizione delle concessioni pubbliche a un nuovo âsistema informativo di rilevazione delle concessioni di beni pubbliciâ tutto ancora da progettare, chiamato Siconbep, che chiederà a tutte le amministrazioni locali di comunicare periodicamente ogni dato sulle concessioni pubbliche. Tra i dati che gli enti concedenti dovranno inserire nel Siconbep figurano «la natura del bene oggetto di concessione; lâente proprietario e, se diverso, lâente gestore; le generalità del concessionario; la modalità di assegnazione della concessione; lâidentificativo dellâatto che regola la concessione; la durata della concessione; i rinnovi in favore del medesimo concessionario; lâentità del canone concessorio»â.
Allâepoca della sua approvazione la direttiva Bolkestein suscitò forti proteste e una mobilitazione che coinvolse anche lâItalia: sorsero comitati contro lâapplicazione della direttiva temendo le conseguenze sui lavoratori e sul tessuto economico nazionale. La questione delle concessioni balneari può essere considerata emblematica in tal senso: viene imposto di sottoporre a gara europea (quindi potrebbero risultare vincenti multinazionali ed aziende anche di altri Stati che non conoscono minimamente il territorio italiano) le concessioni balneari cancellando con un colpo di spugna decenni di investimenti e presenza sui nostri lidi di aziende locali. Le associazioni di balneatori sono quindi mobilitate da anni per cercare di fermare questa vendita delle spiagge italiane e di riconoscere, al contrario, lâimportanza delle aziende italiane, decenni di investimenti e di valorizzazione economica-turistica delle spiagge.