âApprendiamo dalla stampa che il PD regionale ha molto a cuore Cupello e le questioni ad esso collegate. Mi riferisco alla vicenda legata alla delibera di Giunta Comunale, da poco approvata, sulla volontà dellâamministrazione di tutelare il proprio decoro e la propria reputazione. Spesso, si fa leva sullâart. 21 della Costituzione per giustificare la presunta legittimità a pronunciarsi su qualsiasi tema e di farlo incondizionatamente. Beh, non è cosìâ, spiega il capogruppo Angela Antenucci, consigliera di maggioranza.
âSi dà il caso che la giurisprudenza si è espressa diverse volte rispetto al principio, pure sancito dal nostro ordinamento giuridico, di conciliare la libertà di manifestazione del pensiero con la tutela della personalità . Ricorderemo, tra gli altri, lâart. 594 cod. pen. (reati di ingiuria), lâart. 595 cod. pen. (diffamazione) o la sentenza n.86 del 1974 della Corte costituzionale che sul punto recita: âLa previsione costituzionale del diritto di manifestare il proprio pensiero non integra una tutela incondizionata e limitata della libertà di manifestazione del pensiero stesso, giacché, anzi, a questa sono posti limiti derivanti dalla tutela del buon costume o dallâesistenza di beni o interessi diversi che sono parimenti garantiti o protetti dalla costituzione. E tra codesti beni e interessi, ed in particolare tra quelli inviolabili, in quanto essenzialmente connessi con la persona umana, è lâonore (comprensivo del decoro e della reputazione)â. Non siamo stati i primi ad agire in tal senso (vedi le Delibere di Giunta comunale di Labro n.12/2014, Cattolica n.80/2021, Santa Sofia n.76/2018, Livorno n.5/2017, e tante altre)â continua Antenucci âe spero che non saremo neppure gli ultimi a perseverare in questa battaglia e a garantire che chi opera nella legalità venga tutelato. La senatrice Segre ha auspicato âche il dibattito pubblico ed istituzionale riguadagni in qualità , correttezza e rispetto reciprocoâ ed è ciò che noi più desideriamo per Cupelloâ.