'On the road', operazione dei Carabinieri contro autori furti d’auto avvenuti anche nel Vastese

Impegnati i militari di San Severo supportati da Comando Provinciale di Foggia, Sio del 10° Rgt Campania, Sat dell’11° Rgt CC Puglia e unità cinofile di Bari

Alessio Di Florio
17/06/2022
Attualità
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Denominazione indicativa che restituisce il livello e il peso dell’operazione, On The Road, ad indicare il “dinamismo criminale degli indagati, che avevano coperto un area vastissima dove colpire”. Accertati “31 episodi di furto di autovetture, del valore di circa 40/50 mila euro cadauna”, deferito a piede libero “1 soggetto per minorenne per furto di autovettura”, rinvenute “circa 20 autovetture con relativa riconsegna ai legittimi proprietari”, “misura cautelarepersonale a carico di 6 persone (3 in custodia in carcere e 3, invece, agli arresti domiciliari), emessa dal G.I.P. del Tribunale di Foggia su richiesta della locale Procura della Repubblica”. 

L’operazione condotta dai Carabinieri di San Severosupportati da Comando Provinciale di Foggia, Sio del 10° Rgt Campania, Sat dell’11° Rgt ccPuglia e da unità cinofile di Bari ha consentito “la presunta individuazione di un sodalizio criminale, con base operativa nel comune di San Severo, dedito in modo esclusivo a furti di autovetture di grossa cilindrata (Alfa Stelvio, Range Rover Evoque, Grande Cherokee, Maserati, del valore all’incirca di 40/50 mila euro cadauna) e motocicli tra ilnord della Puglia (prevalentemente l’Alto Tavoliere), il Molise (prevalentemente Termoli, Montenero di Bisaccia), l’Abruzzo (prevalentemente Pescara, Francavilla a Mare, Vasto, Silvi Marina, Campli) e le Marche (Grottammare)”. 

Questi alcuni dei dettagli resi noti dal Comando Provinciale dei Carabinieri di Foggia. “Il sodalizio avrebbe anche avuto una vera e propria divisione di ruoli, infatti emergeva una sorta di esperto
informatico, addetto all’apertura dei veicoli da asportare, mediante l’utilizzo di apparecchiature
elettroniche di nuova generazione, in particolar modo OBD, (on-board diagnostics), chiavi transponder decodificate, radar ed altri oggetti capaci da bypassare le centraline dei veicolo da asportare. Vi sarebbero, poi, gli “autisti” dell’associazione, i quali avrebbero avuto il compito specifico di effettuare il servizio di “staffetta” lungo le vie di fuga e ancora, vi sarebbero stati anche gli “addetti” alla guida dei mezzi rubati al fine di condurli in luoghi prestabiliti di occultamento, di elevate capacità alla guida. Infine, membriportanti dell’associazione a delinquere in questione sarebbero i soggetti utilizzati per i canali estorsivi, i cosiddetti “cavalli di ritorno”, soggetti che con la loro conoscenza del territorio e capacità intimidatoria, avrebbero avvicinato i proprietari dei veicoli rubati, ai quali chiedere il pagamento di notevoli somme di denaro al fine di riavere i propri mezzi. La spregiudicatezza del gruppo criminale, in particolar modo, sarebbe emersa nel corso delle indaginianche in due occasioni. In un caso il padre di un indagato si sarebbe vantato con gli altri sodali le particolari capacitàpredatorie del figlio, ritenuto riferimento anche sul piano tecnologico nellacommissione dei furti. In un altro caso, sul noto social Tik Tok, alcuni indagati avrebbero mostrato sprezzanti varie banconote con sullo sfondo un autovettura di grossa cilindrata probabile oggetto di furto commesso in precedenza”. 

È questa la seconda operazione delle forze dell’ordine contro reati predatori sulla direttrice Puglia-Abruzzo in poche settimane. A fine maggio il nucleo investigativo del Comando provinciale di Chieti ha eseguito, tra Chieti e Foggia, 8 misure cautelari (7 arresti e un obbligo di dimora) disposte dal gip del tribunale di Chieti su richiesta della locale Procura della Repubblica, per assalti ai bancomat avvenuti tra settembre ed ottobre 2021 a Miglianico, Canosa Sannita e Guardiagrele con un bottino complessivo di 76mila euro. Al vertice della banda, secondo gli investigatori, c’era un esponente di un clan di cui alcuni membri sarebbero riconducibili ad un clan della Sacra Corona Unita. Le “marmotte”, gli ordigni esplosivi utilizzati per gli assalti ai bancomat, sarebbero state costruite anche nel campo rom di Stornara (provincia di Foggia) di cui si interessò la cronaca nazionale dopo l’incendio del 17 dicembre 2021 che provocò la morte di una bambina di due anni e del fratello di quattro anni. 

“I reati contro il patrimonio e anche quelli che hanno a che fare con la detenzione e lo spaccio di stupefacenti sono quelli su cui rivolgiamo la maggiore attenzione” dichiarò il generale di Brigata Paolo Aceto, comandante della Legione Carabinieri Abruzzo e Molise, a margine della cerimonia per celebrare i 208 anni della fondazione dell'Arma, celebrata nella caserma "Rebeggiani" di Chieti, sede del Centro nazionale amministrativo. Aceto sottolineò che “credo che nessun territorio ormai in Italia possa dirsiimmune da rischi di infiltrazione” della criminalità organizzata ma di essere rassicurato che “il tessuto socio economico abruzzese e molisano sia sano, e quindi le infiltrazioni, i rischi di infiltrazione su cui noi siamo sempre molto attenti, sono al momento circoscritti e speriamo di riuscire a contrastarli al meglio”. Considerazioni documentate che ricorrono anche nelle relazioni semestrali della Direzione Investigativa Antimafia che non considerano i nostri territori neanche lontanamente paragonabili ad altri. I reati predatori, dai furti di auto agli assalti a bancomat e portavalori, sono la specializzazione di alcuni sodalizi pugliesi a partire dalle cosiddette “mafie cerignolane” sottolineò l’anno scorso in un’intervista (a margine della presentazione del suo libro sulle mafie foggiane avvenuto a Vasto presso la Nuova Libreria) il procuratore aggiunto di Foggia Antonio Laronga. Una realtà che coinvolge ampiamente, come dimostrano anche queste due ultime operazioni, la nostra provincia. Un territorio bellissimo, secondo Laronga, che è ancora largamente sano e per questo va assolutamente difeso disse a margine dell’intervista rilasciata.  

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