Un segno dei tempi e della situazione che viviamo. Una volta al centro delle campagne politiche, di scontro e proposte, di espressione di culture ed ideologie, pensieri e idee, a pochi giorni dalla consultazione referendaria del 12 giugno (stesso giorno delle elezioni amministrative) i pannelli elettorali sono desolatamente vuoti. Siamo nellâepoca dei social network, della politica che si è spostata sul web. Lo sentiamo spesso ripetere e, in parte, può esser vero. Ma questo deserto totale, questâassenza di qualsiasi manifesto, è significativo della confusione e della scarsissima informazione.
Siamo agli sgoccioli di una non campagna referendaria, di settimane trascorse vanamente su questo fronte. Una non campagna che non appare esser mai decollata e, mai come in questâoccasione, sembrano mancare occasioni di informazione e approfondimento. Oggi cerchiamo di colmare queste lacune e fornire ai nostri lettori e alle nostre lettrici le necessarie informazioni e approfondimenti.
La Costituzione e la normativa italiana prevedono diverse strade per proporre una consultazione referendaria. In questâoccasione si sono intrecciate, nel cammino dei mesi scorsi, la possibilità di raccogliere almeno 500.000 firme di cittadini e la richiesta congiunta da parte di almeno 5 consigli regionali, nel caso dei referendum sulla giustizia sono stati addirittura quasi il doppio ovvero 9 (Lombardia, Basilicata, Friuli-Venezia Giulia, Sardegna, Liguria, Sicilia, Umbria, Veneto e Piemonte). Allâorigine diverse sono state le consultazioni proposte: dalla caccia allâeutanasia, dalla depenalizzazione della cannabis alla giustizia. Tra mancato raggiungimento del numero di firme necessarie e alcune bocciature della Corte Costituzionale lâunico tema rimasto è stato quello della giustizia, cinque referendum sui 6 proposti: tra i quesiti bocciati câè infatti quello sulla responsabilità civile dei giudici.
Unico aspetto probabilmente noto e conosciuto dalla cittadinanza è che il primo scoglio da superare domenica 12 giugno sarà il raggiungimento del quorum: se non si recheranno alle urne il 50%+1 degli aventi diritto la consultazione non sarà ritenuta valida. Per quanto il tema è unico, la giustizia, ovviamente lâelettore ha il diritto di ritirare la scheda o esprimersi solo su alcuni. Nei comuni in cui si svolgeranno anche le elezioni amministrative, di conseguenza, lâelettore potrà esprimersi solo per la consultazione amministrativa, anche per tutti i referendum o solo alcuni.
Oggetto del primo quesito è âabrogazione del Testo unico delle disposizioniin materia di incandidabilità e di divieto di ricoprire cariche elettive e di Governo conseguenti a sentenze definitive di condanna per delitti non colposiâ. Lâabolizione colpirebbe la cosiddetta âlegge Severinoâ che stabilisce per chi è stato eletto â dallâAmministrazione Comunale sino alle cariche più alte dello Stato â il divieto di essere eletti (e la decadenza se già eletti) in caso di condanne.
Il secondo quesito interviene sul codice di procedura penale e sui casi previsti di âcustodia cautelareâ ovvero lâarresto prima di un processo. Attualmente la legge prevede tre casi: il pericolo di fuga, il rischio di inquinamento probatorio e quello di recidiva. Il quesito intende praticamente eliminare quasi del tutto, se non per reati gravissimi, la previsione di âcustodia cautelareâ per recidiva.
Il terzo quesito verte sullâordinamento della magistratura, in particolare sullâappartenenza ad un unico ordine di magistrati inquirenti e magistrati giudicanti. Obiettivo dei promotori del referendum è stato chiedere la consultazione dei cittadini sulla âseparazione delle carriereâ ovvero lâobbligo, da parte di un magistrato, di scegliere una delle due strade allâinizio della carriera senza nessuna possibilità successiva di ripensamento e di cambiamento.
Col quarto quesito si chiederà ai cittadini di esprimersi sulla modifica della disciplina del consiglio direttivo della Corte di Cassazione e dei consigli giudiziari: si punta ad allargare la possibilità di giudicare i magistrati ai âmembri laiciâ ovvero i non appartenenti alla magistratura. A partire dagli avvocati.
Lâultimo quesito punta allâabrogazione della richiesta di raccogliere 25 firme per la presentazione di liste alle elezioni per i componenti togati (ovvero appartenenti alla magistratura) del Consiglio Superiore della Magistratura. Attualmente, analogamente a quanto avviene per le elezioni amministrative e politiche, per poter presentare una lista elettorale i magistrati devono raccogliere almeno firme di magistrati âpresentatoriâ.
âIn questi mesi il Parlamento sta facendo un gran lavoro in materia di Giustizia. se ne sente il bisogno ormai da anni ed è arrivato il momento di cambiare il sistemaâ è la riflessione condivisa con noi dallâavvocata Alessandra DâAurizio, presidente del consiglio comunale di Casalbordino, che invita ad una âpartecipazione consapevoleâ che âpuò aiutare certamente questo percorso fornendo una bussola per il legislatoreâ. Una partecipazione consapevole documentandosi âsul contenuto dei referendumâ. Nellâintervista che ci ha concesso DâAurizio punta lâattenzione sulla necessità di sensibilizzare âsullâimportanza di esercitare il diritto al voto popolare il prossimo 12 giugnoâ perché ânon possiamo correre il rischio di sprecare unâoccasione importante per valorizzare uno strumento di consultazione democratica e per dimostrare che i cittadini meritano fiducia, quella stessa fiducia che stanno perdendo nei confronti delle istituzioni e della giustiziaâ e âfocalizzare lâattenzione sulla necessità di un maggiore equilibrio dei procedimenti giudiziari e di un maggiore equilibrio nellâordinamento giudiziario in generale ma soprattutto, di un maggiore equilibrio tra i vari poteri dello statoâ. Il voto, ricorda la presidente del consiglio comunale di Casalbordino, ârappresenta un dovere civico, tutelato dalla nostra costituzione all'art. 48, la nostra bella Costituzione che, a differenza delle norme attuali è scritta in maniera chiara ed incisiva, con norme di principio che durano da ben 75 anniâ. Una riflessione sul contenuto e la formulazione dei quesiti, probabilmente eccessivamente tecnici e non di facile comprensione, âil referendum, con sua rigida logica binaria si e no non andrebbe utilizzato per quesiti in materie tecniche e quindi anche in materia giuridica dove tra un si ed un no vi possono essere molteplici sfumature che solo gli addetti ai lavori colgono â sottolinea lâavvocata DâAurizio - anche io, da addetta ai lavori, laureata in giurisprudenza che frequenta quotidianamente le aule dei Tribunali ho effettuato varie riflessioni su ogni quesito poiché l'abrogazione non è sempre la scelta migliore, spesso basterebbe fare leggere modifiche ad una norma per renderla più attuabileâ.