I ragazzi delle terze della Scuola primaria Spataro a Punta Aderci con l’archeologa Grazia La Verghetta

Alla scoperta della storia locale primitiva: resti di capanne, reperti provenienti da varie regioni italiane, ma anche la fossa comune del 1817

Rosaria Spagnuolo
14/05/2022
Cultura
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Non di poteva scegliere giornata migliore per organizzare un’attività extrascolastica con i ragazzi delle classi terze della Scuola Primaria “G. Spataro” IC1 Vasto a Punta Aderci. Una giornata soleggiata con un leggero venticello che ha reso ancora più gradevole la passeggiata in uno dei luoghi più belli del nostro territorio. I docenti e i genitori hanno deciso di far conoscere il percorso archeologico della Riserva ai ragazzi accompagnati da Grazia La Verghetta, archeologa della Cooperativa Parsifal, che ha spiegato come nell’epoca primitiva era proprio questo il luogo scelto dalle prime popolazioni per vivere, grazie alle risorse preziose che avevano a disposizione nell’area di Punta d’Erce, : il terreno molto fertile, ancora oggi coltivato con grano e vigna; la presenza del fiume Apricino, una volta molto grande, oggi invece è possibile definirlo fosso; e il mare che oltre alle possibilità della pesca e dell’estrazione del sale consentiva importanti commerci con varie località italiane. Grazia La Verghetta ha spiegato che sono stati ritrovati dei resti di capanne primitive sul promontorio di Punta Aderci e vicino vari reperti, punte di ossidiana provenienti dall’isola di Lipari, pezzi di vasellame della Puglia e del Trentino-Alto Adige. Probabilmente venivano a comprare il grano che il popolo neolitico in questa zona produceva in gran quantità. 

Ha spiegato che il nome di questa località viene dal passato, dai primi popoli italici che sempre in questo luogo avevano deciso di vivere e che avevano un grande culto del dio Ercole. Questo luogo era denominato “la punta di Erce”. 

Si è soffermata a far notare la presenza di piccole selci nel terreno che hanno creato grande curiosità dei ragazzi e la presenza vicino al promontorio della fossa comune dove sono stati sepolti circa 2000 vastesi morti nel 1817 durante l’epidemia di febbre petecchiale che ha decimato gravemente la popolazione. La franosità del terreno porta a far riaffiorare dalla sabbia pezzi di scheletri. 

Grazia La Verghetta ha spiegato inoltre che vicino alla fossa comune nel 1960 è stata sepolta anche una balena di 20 metri di lunghezza spiaggiata nel lido di Fossacesia. 

Una mattinata all’aria aperta che ha consentito di approfondire il percorso didattico di Storia che i ragazzi hanno quasi completato a scuola e per parlare della grande storia ma anche e soprattutto della storia locale.

Per chi vuole approfondire di seguito il video “La Preistoria nel Vastese” dell’associazione Italia Nostra del Vastese, dove Davide Aquilano, presidente, spiega le testimonianze più rappresentative lasciate dagli uomini nel periodo Paleolitico e Neolitico nel nostro territorio tra Punta Aderci, Santo Stefano a Casalbordino e Torre Sinello. Luoghi emblematici e rappresentativi.

 

 

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