Due melodie tristemente note â la colonna sonora del film Schindlerâs List e il canto Gam Gam a corredo di un video con alcuni disegni dei bambini di Terezin â hanno aperto e chiuso lâevento online organizzato in occasione della Giornata della Memoria dallâAssociazione torinese âNessun uomo è unâisola ONLUSâ (https://www.museolenuove.it/index.php/l-associazione), associazione che, dal 2001, gestisce il Carcere-Museo âLe Nuoveâ di Torino (https://www.museolenuove.it/), luogo di memoria in cui, tra il 9 settembre 1943 e il 25 aprile 1945, sono stati incarcerati e fucilati partigiani e detenuti e poi deportati ebrei e oppositori al regime nazi-fascista.
Due ore di pura emozione e commozione miste a orgoglio, speranza, forza e creatività quelle trascorse ieri mattina, dalle ore 10 alle 12 circa, durante le quali alunni delle scuole primarie e secondarie di primo e secondo grado, di diverse regioni dâItalia â Piemonte, Abruzzo, Molise, Puglia â si sono collegati e connessi per far risuonare nei meandri della rete âunâunica grande e potente voceâ, rispondendo così allâappello della Prof.ssa Pina Mafodda e degli altri collaboratori dellâAssociazione, per portare la propria testimonianza e per ricordare le storie di coloro che non possono più raccontare, le storie dei tantissimi che hanno perso la vita durante quella che viene definita come "la pagina più buia" della Storia. Una pagina che ogni anno e ogni volta che viene commemorata, diventa come una lama affilatissima che, nello scorrere delle immagini, dei video, delle voci allora zittite così come dei treni zeppi di persone assimilate a delle bestie, fa sanguinare una ferita che non riesce a rimarginarsi.
E questo dolore del ricordo deve essere la base e lo stimolo per continuare a ricordare, per riflettere sul pericolo di un âritorno al passatoâ, per evitare fattivamente che episodi come quelli di un passato che in realtà non è troppo lontano, tornino a ripetersi, se non con la stessa atrocità , con le stesse idee di razzismo, discriminazione e morte alla base.
Speranza, salvezza, promozione del pensiero critico e dellâempatia, eliminazione e lotta allâindifferenza, al razzismo, ad ogni forma di discriminazione ed esclusione, allâomofobia, allâantisemitismo, valore della responsabilità che tutti abbiamo in quanto âfiaccole del ricordoâ e testimoni di oggi sono solo alcuni dei tanti temi emersi dalla diretta di ieri, 27 gennaio. Una diretta che scorre e passa veloce nellâalternarsi delle presentazioni dei lavori preparati dagli studenti e delle testimonianze di chi, per discendenza o per altri legami, ha vissuto e rivive nel ricordo quella paura e quel dolore seminati dallo sterminio.
E così si fanno spazio le voci di Padre Ruggero Cipolla, di Sara Diena, di Guido Foa.
âBuonasera, buonasera: non sapevo dire altroâ rivela Padre Cipolla, personaggio e memoria storica del Carcere-Museo, in un breve video mostrato a tutti i presenti per raccontare la sua prima volta al Carcere: pochi minuti e poche parole che ci fanno cogliere tutto lo shock e lâincredulità di fronte a quello a cui ha assistito quasi quotidianamente, dal â44 fino alla fine della guerra, quando veniva chiamato ad accompagnare giovani ragazzi nel percorso doloroso che li conduceva dal carcere al poligono, dove venivano fucilati, fino al cimitero, ormai come corpi esanimi, dove dava forza alle madri e ai padri di coloro che pochi minuti prima avevano perso la vita.
Si fa portavoce di sentimenti di cittadinanza attiva, di orgoglio e di gratitudine verso i giovani studenti, invece, Sara Diena, presente in videoconferenza per portare la sua testimonianza in qualità di discendente di una persona deportata nel Carcere: ci racconta che il suo bisnonno, Giuseppe Diena, venne ucciso in un campo di concentramento meno di due mesi prima della liberazione, cosa che, se da un lato le fa provare una forte âsensazione di sconfittaâ, dallâaltro le fa a maggior ragione affermare, sempre a gran voce, che âI testimoni possiamo essere noi!â, che dobbiamo prenderci âla responsabilità e il dovere di tramandareâ, sottolineando quanto sia importante âguardare il mondo di oggi con gli âocchialiâ di ieriâ per evitare che si ripetano le atrocità del passato e âcontinuare a guardare tutte le personeâ - di qualsiasi etnia, religione, orientamento sessuale⦠esse siano - âcome esseri umani meritevoli di dignità â, prendendo sempre posizione contro qualsiasi tipo di ingiustizia.
à una testimonianza che getta luce sul ruolo dei Giusti quella di Guido Foa: il padre, Massimo Foa, si è salvato grazie a Suor Giuseppina De Muro (religiosa che lo ha fatto evadere dal carcere Le nuove quando aveva pochi mesi, nascosto in mezzo ai panni sporchi: episodio di coraggio che ha salvato, oltre al bambino, anche la madre, la signora Elena Recanati, infatti i due avrebbero avuto morte sicura stando al criterio vigente nei campi di concentramento âessere utili/inutili per lavorareâ) e a una signora di Cuorgné, la vedova Matilde Boggio, che decise di prendersi cura in seguito del bambino, prima che questi potesse riunirsi con la madre, pur sapendo che era ebreo, senza dirlo a nessuno della sua famiglia. âHo sempre avuto la fortuna di dimenticarmi delle cose spiacevoliâ: condivide con noi questa frase della nonna Elena, Guido, che mette in rapporto ciò che oggi è la Memoria per noi con âla memoria di una donna che, nella sua memoria personale, in qualche modo, ha cercato, ha dovuto convivere con una memoria che non ha scelto di ricordareâ.
Ma i veri protagonisti di questa iniziativa, quelli che, sperimentando varie modalità comunicative, sia live che non, sono riusciti a veicolare i messaggi chiave alla base della Giornata dedicata alla Commemorazione delle Vittime dellâOlocausto, sono stati gli studenti delle scuole che hanno preso parte allâiniziativa - I.C. Monteodorisio (CH); Liceo Tito Livio e I.C. Giovanni XXII di Martina Franca (TA); I.C. Tancredi Amicarelli di Monte Santâangelo (FG); I.C. Domenico Luciano di Givoletto Druento (TO) - quei ragazzi che, guidati dai propri insegnanti, âviaggiandoâ tra narrazioni, poesie, testimonianze, racconti e riflessioni, hanno dato sfogo alla propria creatività e alle proprie risorse per contrastare tutte quelle forme di negazione dei diritti umani.
Storie di sport, dâamore, di attualità , di umanità e dis-umanità , sullo sfondo della Shoah, delle leggi razziali e dellâodio di ieri ma anche, purtroppo, di oggi, sono stati i temi affrontanti.
E di questa schiera di âportatori di storia e testimonianzaâ hanno fatto parte anche gli alunni delle classi terze delle scuole secondarie di primo grado di Cupello e Monteodorisio dellâIstituto Comprensivo Monteodorisio, guidati dalle insegnanti referenti Alessandra Travaglini, Marta Mancino, Maria Elena Sfarra, Sara Bernabeo, Viviana Melara e Assunta Antenucci.
âAbbiamo accolto con grande entusiasmo la proposta lanciata dal Comune di Cupello, e in particolare dallâAssessore alle Politiche Sociali Giuliana Chioliâ esordisce la prof.ssa Alessandra Travaglini, vicepreside dellâI.C. Monteodorisio, prima di dare la parola agli alunni del plesso di Cupello.
à âdirittiâ la parole chiave del progetto della classe 3aA che, partendo dal âDiscorso sullâUmanità â tratto dal film âIl Grande Dittatoreâ di Charlie Chaplin, ha offerto al pubblico riflessioni sul tema della diversità dalla viva voce dei ragazzi che, al grido unanime âCombattiamo per un mondo più ragionevole!â, si sono scagliati contro tutte le forme di discriminazione sociale, di genere, omofobia, antisemitismo, razzismo inteso come âignoranza culturaleâ, sottolineando lâimportanza di âtutelare lâappartenenza al territorioâ.
Ispirandosi ugualmente al discorso di Charlie Chaplin nel film precedentemente citato, i ragazzi della 3a B hanno preparato un proprio âDiscorso alla dis-umanità â, con lâobiettivo di mettere in luce la grande disumanità riservata oggi ai deboli, agli immigrati, al diverso identificati nelle donne afghane, nei rom, negli appartenenti alla comunità LGBTQ+, veicolando il significativo messaggio che âI campi di concentramento di ieri sono i pregiudizi di oggiâ e che per combattere âla legge dellâodio che sta vincendoâ basta dare ascolto alla Legge del Cuore difendendo la Pace, perché come scritto nel Vangelo di Luca âNOI siamo il futuro. Dai amore e amore avraiâ.
âOgni momento di riflessione è un momento di crescitaâ: con queste parole la prof.ssa Viviana Melara introduce il progetto degli studenti della 3aA del plesso di Monteodorisio: una presentazione power point live con lettura di poesie e racconti tratti da fonti orali del territorio. Ripercorrendo le tappe storiche con testi e immagini in bianco e nero che emergono vive dallo sfondo rosso, viene messa in evidenza la deumanizzazione durante la Shoah e nei contesti di guerra, sottolineando la necessità di conoscere il passato per cambiare il presente e il fatto che âsiamo NOI gli artefici del nostro passato, del nostro presente e del nostro futuroâ.
A chiudere il cerchio degli interventi dellâIC Monteodorisio, la presentazione live del power point degli alunni della 3aB che hanno affrontato il tema della discriminazione, del razzismo e dellâindifferenza attraverso la lettura dei versi attribuiti al drammaturgo Bertolt Brecht âNessun uomo è unâisolaâ, ispirato ai versi del pastore protestante Martin Niemöller. Coltivare e condividere lâempatia e dire No allâindifferenza è la soluzione per annullare le discriminazioni di oggi che possono essere analizzate in collegamento con la discriminazione della Shoah.
âUn momento indelebile nella memoria di noi adulti, insegnanti e ragazzi che oggi viviamo questo momento di indecisione storicaâ: così la Travaglini ha definito lâiniziativa a cui le scuole di Cupello e Monteodorisio hanno partecipato ieri connettendosi praticamente e âcon il cuoreâ, consapevoli del messaggio che risiede nel nome stesso dellâAssociazione che ha promosso lâiniziativa, sapientemente âraccoltaâ dal Comune di Cupello in sinergia con lâistituzione scolastica locale, nella persona della Dirigente, la dott.ssa Cristina Eusebi: âNessun uomo è unâisola!â.