âUn fatto muore quando più nessuno lo racconta.â: questa frase dello storico greco Erodoto ci sembra perfetta per introdurre il comunicato di cui vogliamo dare notizia oggi, alla vigilia di un giorno triste per la storia dellâumanità , il 27 gennaio, Giornata dedicata alla commemorazione delle tante, troppe vittime dellâOlocausto.
Istituito con la legge della Repubblica n. 211, nellâanno 2000, il "Giorno della Memoria" ogni anno diventa occasione per ricordare, con eventi di ogni genere, âla Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subito la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati.", come si legge sul sito www.senatoragazzi.it.
E proprio in questâottica rientra anche lâevento organizzato dallâAssociazione Nessun uomo è unâisola ONLUS (https://www.museolenuove.it/index.php/l-associazione) che, dal 2001, gestisce il Carcere-Museo âLe Nuoveâ di Torino (https://www.museolenuove.it/), luogo di memoria in cui, tra il 9 settembre 1943 e il 25 aprile 1945, sono stati incarcerati e fucilati partigiani e detenuti e poi deportati ebrei e oppositori al regime nazi-fascista.
Presieduta dal prof. Felice Tagliente, tale associazione, che tra le sue finalità si propone di âcollaborare con le Istituzioni, gli Enti e le Associazioni disponibili a manifestare solidarietà e capaci di dare attenzione al passato; elaborare gli eventi storici in nuovi elementi di consapevolezza civile, trasformando lo stesso luogo usato per emarginare ed escludere in laboratorio sperimentale teso a far convivere le differenze individuali e di gruppo; acquisire le testimonianze di chi ha sofferto la violenza del sistema e di altri uomini nonché di chi è sopravvissuto alla deportazione; far conoscere chi è stato protagonista nella Resistenza perché le vite spese per l'affermazione di valori e di istituzioni democratiche siano conosciute ed apprezzate dalle giovani generazioniâ, vede tra i suoi collaboratori anche la Prof.ssa Pina Mafodda.
Guida storica del Carcere-Museo e insegnante di Italiano e Storia negli Istituti di Istruzione Secondaria di secondo grado di Torino, la Mafodda ha un legame importante con il paese di Cupello che, così come tante altre grandi e piccole realtà italiane, è diventato protagonista e tassello del suo lavoro certosino di analisi e raccolta di testimonianze orali e non solo, testimonianze che attraverso interviste e documenti le hanno permesso â e permettono â di ricostruire frammenti di storia locale.
Il rapporto con Cupello si è concretizzato in particolare nellâambito delle sue indagini relative al naufragio del piroscafo Utopia, affondato la notte del 17 marzo del 1891, nella baia di Gibilterra. à noto infatti che in questo tragico evento hanno perso la vita anche i tre cupellesi Sebastiano Marango, Maria Angelini e Luigi Napoleone Tasca che ârimasti silenti nei nostri archivi comunali, sorretti da questa ricerca appassionata e consapevoleâ, come ha sottolineato lâAssessore alle Politiche Sociali e allâIstruzione Giuliana Chioli allâindomani della presentazione del volume âUtopiaâ tenutasi a Carovilli il 13 agosto 2021 alla presenza, tra gli altri, anche di una delegazione cupellese (alcuni rappresentanti e ragazzi del Comune di Cupello), possono ora di nuovo âaver voceâ ed essere oggetto del nostro commosso ricordo.
E ancora una volta il legame Mafodda-Comune di Cupello ha modo di emergere in unâoccasione, quella del Giorno della Memoria, in cui âricordoâ diventa parola chiave che, urlata a gran voce â e a dispetto del virus â, deve cercare di ridar vita a tutte le persone che hanno perso la propria durante la Shoah.
âItaliani, ebrei e stranieri hanno sofferto la prigionia dura, persecutoria e fatale nelle carceri torinesi âLe Nuoveâ, durante la Seconda Guerra Mondiale, in particolare nel 1943-45. Lâoccasione della Giornata della Memoria è uno stimolo per consultare i registri di matricola concernenti lâoccupazione nazifascista delle suddette carceri.â si legge nella parte introduttiva del comunicato stampa con cui lâAssociazione informa circa lâevento online previsto per giovedì 27 gennaio, dalle ore 10 alle 12, in cui tutte le scuole italiane sono invitate, così come fatto lo scorso anno, a causa della pandemia, a âincontrarsi e connettersi virtualmenteâ sulla piattaforma zoom per condividere e riflettere sul significato della ricorrenza internazionale attraverso i più svariati progetti.
Un incontro finalizzato ad aggirare il ârischio di dimenticare e di non avere una memoria collettiva che unisce la storia del nostro Paeseâ, un rischio che lâassociazione vuole evitare proponendo âun percorso di sensibilizzazioneâ verso quello che viene definito âpatrimonio esistenzialeâ; continua, infatti, in questo modo il comunicato: âSi scopre che tanti prigionieri deportati erano nati da famiglie distribuite in diverse località italiane. La mancanza di testimoni diretti è purtroppo perdita di esempi di vita illuminanti, di storie normali significative, di narrazioni credibili, di contesti esperienziali inimmaginabili. Oggi, i deportati rischiano di essere dimenticati o commemorati secondo le nostre rappresentazioni mentali; sono di nuovo condannati a non avere una loro voce, una loro appartenenza allâumanità ; a non essere nemmeno soggetti della propria memoria comunicativa. Questi deportati senza voce devono vivere perché sono degni di rispetto e onore, e fondano lâidentità culturale degli italiani, dei popoli europei e dellâintera umanità .â
E questâanno, a seguito della forte e proficua sinergia tra il Comune di Cupello, in particolare grazie alla collaborazione dellâAssessore delle Politiche Sociali con delega allâIstruzione Giuliana Chioli, e lâIstituto Comprensivo Monteodorisio, nella persona della Dirigente, la dott.ssa Cristina Eusebi, e della vicepreside Alessandra Travaglini, anche gli alunni delle classi terze delle scuole secondarie di primo grado di Cupello e Monteodorisio risponderanno allâappello della prof.ssa Mafodda e dellâAssociazione che rappresenta, per contribuire a "ricordare chi non può più raccontare".
A guidare gli studenti delle quattro classi terze ci saranno le docenti di Italiano, Storia e Geografia referenti di tale progetto Alessandra Travaglini, Maria Elena Sfarra, Sara Bernabeo e Marta Mancino per le classi del plesso di Cupello e Viviana Melara e Assunta Antenucci per quelle del plesso di Monteodorisio.
Tutti, collegandoci ai canali youtube e facebook del Museo del Carcere, siamo invitati a partecipare allâevento che, oltre alla presentazione delle varie iniziative, prevederà anche un momento di silenzio e raccoglimento con padre Ruggero Cipolla.