Sono diversi i sacerdoti che, appartenenti ad ordini monastici e a congregazioni religiose, sono impegnati nel lavoro pastorale della nostra Arcidiocesi di Chieti-Vasto. Tra di essi mi piace ricordare i Padri Redentoristi, che sono residenti con la loro comunità a Francavilla a Mare nella parrocchia intitolata al loro fondatore S. Alfonso (la Chiesa fu costruita tra gli anni â70 e â80 grazie al parroco di allora, Padre Alfredo Velocci, su progetto dellâarchitetto Enrico Summonte e consacrata lâ8 dicembre 1984 da Mons. Fagiolo).
Lo faccio per un motivo particolare: la celebrazione in questo anno 2021 del 150° anniversario della proclamazione, da parte di Pio IX, di S. Alfonso Maria deâ Liguori a dottore âzelantissimoâ della Chiesa.
Anche Papa Francesco per la solenne circostanza il 23 marzo 2021 ha indirizzato un suo messaggio a tutti i membri della Congregazione. Il Pontefice nel suo pregnante testo tiene a sottolineare soprattutto come il messaggio di S. Alfonso, âmodello per tutta la Chiesa in uscita missionaria indica ancora con vigore la strada maestra per avvicinare le coscienze al volto accogliente del Padre, perché la salvezza che Dio ci offre è opera della sua misericordiaâ.
Mi è giunta nei giorni scorsi la rivista che i Redentoristi pubblicano mensilmente dal Santuario di S. Gerardo Majella, che è a Materdomini (Av). Un numero speciale dedicato allâevento con firme prestigiose di appartenenti alla Congregazione, fondata da S. Alfonso. Ne riporto qui solo alcuni importanti passaggi.
Il P. Serafino Fiore, attuale Provinciale dei Redentoristi dellâItalia Meridionale, nellâeditoriale ricorda quanto S. Alfonso sia attuale nel mondo dâoggi, in cui le grandi scelte, inerenti al nostro futuro - ambiente, politica, famiglia ed economia - passano per il crogiuolo della coscienza e della responsabilità . Ed aggiunge con incisività : âHa da dirci la sua SantâAlfonso, perché scrive di morale, ma lâaccompagna con libri di spiritualità , i più numerosi delle sue centoundici opereâ.
Il racconto storico del riconoscimento di Alfonso deâ Liguori a âDoctor ecclesiaeâ, avvenuto il 23 marzo del 1871, è affidato alla penna di Padre Alfonso Amarante dellâAccademia Alfonsiana di Roma, il quale conclude il suo approfondimento, evidenziando che âla proposta teologica di Alfonso ha formato intere schiere di uomini e donne ed ha abilitato tanti sacerdoti alla confessione e alla direzione spirituale, tanto da far sì che il de Liguori fosse riconosciuto da Pio XII, nel 1950, patrono dei confessori e dei moralistiâ.
Il prof. Sabatino Maiorano, anche lui dellâAccademia Alfonsiana, richiama come la proposta di vita cristiana di S. Alfonso, sia pur profondamente radicata nella realtà sociale e religiosa del suo tempo, continua ad avere anche oggi una capacità di stimolo e di feconda motivazione.
Coinvolgente è la riflessione del biblista, Padre Antonio Di Masi, che non solo sottolinea come S. Alfonso nella sua azione pastorale sâimpegnò parecchio per far sì che tutti i fedeli potessero comprendere la Parola di Dio, ma ricorda anche che il Santo Dottore âci ha lasciato delle affascinanti imperdibili traduzioni in lingua napoletanaâ (pensiamo alla celebre ode natalizia âQuanno nascette Ninno a Betlemme era nottâe pareva miezo juornoâ).
Concludo con lâincisivo pensiero del direttore della rivista, Gianluca Marsullo: âIn santâAlfonso il progetto ideato per costruire un mondo migliore a partire dai più abbandonati, traccia concretamente il percorso della sua vocazione... E noi dobbiamo dirgli grazie anche per aver dimostrato che accoglienza non è una parola retorica e multiuso, una specie di smacchiatore ipocrita, che poi ci fa accomodare nei compromessi come in un plaid. Piuttosto è una pratica possibile allâinterno di una società migliore, o comunque migliorabileâ.