âQuando il Vicario Episcopale per il Vastese, don Gianni Sciorra, mi ha proposto di celebrare il Corpus Domini qui a Vasto nel giorno â il giovedì â che era tradizionalmente destinato alla festa del Corpus Domini, ho accettato ben volentieri, perché così i parroci possono coprire le Messe da celebrare sabato pomeriggioâ.
Così ha esordito lâArcivescovo, Mons. Bruno Forte, allâinizio della celebrazione eucaristica di giovedì 3 giugno presso la Chiesa di Santa Maria Maggiore, alla presenza dei confratelli sacerdoti, di un nutrito gruppo di fedeli e di alcune autorità cittadine, tra cui il sindaco Francesco Menna, il vice-sindaco e assessore alla Cultura Giuseppe Forte e il presidente del Consiglio Comunale Elio Baccalà .
âLo faremo â ha aggiunto subito lâArcivescovo â senza processione esterna. Ma offriremo anche questo sacrificio al Signore perché si possa finalmente tornare alla normalità con tutto lâentusiasmo e la gioia di vivere. Questa Eucaristia la offro in particolare per quanti hanno sofferto, per quelli che il Signore ha chiamato a Sé, per quanti hanno vissuto lâinfermità e per quelli che sono stati preservati dal covid, insomma, per tutta la Comunità , chiedendo a Dio di liberarci da questo flagelloâ.
Particolarmente incisiva ed attuale lâomelia che Padre Bruno ha approfondito ai presenti, subito dopo la proclamazione solenne del Vangelo, fatta dal diacono vastese Gianluca Catania (alla presenza dei genitori, particolarmente commossi). Il Pastore della Diocesi ha invitato tutti a riflettere sul rapporto tra lâEucaristia e la pandemia, partendo dalle tre categorie teologiche, con cui si definisce lâEucaristia. Innanzitutto la categoria del âmemorialeâ.
âTale categoria â ha osservato Padre Bruno â è quella che si fonda sulle parole di Gesù nellâatto di istituzione dellâEucaristia. Noi traduciamo: fate questo in memoria di me. Ma lâespressione originale in ebraico sembra sia stata: questo è il mio memoriale. Cosa significa memoriale? Non semplicemente la memoria, cioè lâandare con la mente alle cose passate. Il memoriale è la presenza, cioè lâatto unico della Pasqua di Cristo che si fa presente tra noi. Il grande messaggio che ci raggiunge essenzialmente è questo: lâEucaristia rende presente Gesù nellâoggi delle nostre vite, facendoci pregustare lâinfinita bellezza dellâeternità beata, in cui saremo con Lui nella gioia dellâamore senza fineâ.
âAlla luce di questa prima categoria â ha proseguito lâArcivescovo â io sento di poter dire che il Signore ci è stato vicino, non ci ha abbandonato nellâora della pandemia. Tutte le Eucaristie che abbiamo celebrato, alcune anche con lâassenza dei fedeli, sono state sempre la vicinanza di Cristo al suo popolo sofferente. Il calvario della pandemia ha colpito duramente, ma lâuomo di fede ha avuto la certezza di non essere soloâ.
La riflessione di Mons. Forte ha affrontato, quindi, le altre due categorie: lâEucaristia come âsacrificioâ e lâEucaristia come âconvitoâ, sempre in riferimento costante con la pandemia. Il Signore sa quanto dolore è stato vissuto, ma Egli questo dolore lâha unito al suo nel sacrificio eucaristico. E questo dolore non sarà vano, ma sarà vera sorgente di vita e di resurrezione. Al tema del âconvitoâ (tutti ci cibiamo dello stesso pane e dello stesso calice) il Vescovo ha legato la grande sfida che la Chiesa italiana ha attuato, soprattutto attraverso la Caritas: quella della solidarietà , specialmente verso le persone che sono state colpite più duramente dal punto di vista della sicurezza economica.
Al termine del sacro rito si è esposta sullâaltare lâEucaristia e si è svolta una breve processione allâinterno della Chiesa, conclusasi con la Benedizione solenne, impartita dallo stesso Arcivescovo, il quale, prima di salutare i fedeli, ha voluto ricordare lâindimenticabile Walter Marinucci, recentemente scomparso, che si dimostrava sempre premuroso e cordiale nei suoi confronti, soprattutto quando, prima delle processione del Corpus Domini, gli faceva trovare una cintola per sostenere il peso dellâostensorio.