Non è forte chi non cade, ma chi cadendo ha la forza di rialzarsi!
Il mondo dello sport ci insegna proprio questo: ci insegna a rispettare le regole e, con lâaiuto degli altri e con la âforza della squadraâ, a non arrenderci di fronte alle difficoltà e a trovare sempre la forza di rialzarci. Oggi, però, devo purtroppo constatare che âqualcunoâ ha deciso che non possiamo rialzarci, che dobbiamo restare in ginocchio, a terra. Le associazioni sportive si sono organizzate, hanno affrontato costi importanti, hanno rispettato tutte le normative in vigore adeguandosi allâincertezza dei numerosissimi cambiamenti, hanno rispettato i protocolli delle Federazioni Sportive che, come nel caso della Federazione Italiana Pallavolo, sono anche più rigorosi di quelli statali. Hanno condiviso un percorso di ripresa dellâattività con i genitori, nonostante le mille difficoltà , poiché tutti hanno ben presente quanto sia importante lo sport (e soprattutto lo sport di base!) nelle dinamiche socio-economiche di una nazione.
Questo, purtroppo, non è stato sufficiente poiché ad oggi, a 15 mesi dallâinizio della pandemia e nel momento in cui in Italia si programmano le aperture delle discoteche e le vacanze estive, tanti (troppi!) atleti sono letteralmente per strada poiché gli si impedisce, di fatto, di accedere agli impianti sportivi. Da Presidente di una Federazione Sportiva, e quindi nel mio piccolo da Amministratore/Politico, posso ben comprendere le difficoltà incontrate dagli Amministratori locali nel pieno dellâemergenza, sebbene anche in quei momenti câè stato chi è riuscito ugualmente a fornire risposte e soluzioni adeguate ai cittadini. Oggi, tuttavia, questa comprensione non ha più ragion dâessere perché 15 mesi sono un tempo più che sufficiente per trovare soluzioni. Sempre da piccolo Amministratore/Politico di periferia, che nel bene e nel male ci ha sempre âmesso la facciaâ, non ho mai gradito lâatteggiamento di sfiducia generalizzata nei confronti della Politica (nel senso più aulico di gestione della Polis) perché ci sono tante realtà in cui la cosa pubblica, al di là dei partiti, è gestita con competenza, dedizione e nellâinteresse dei cittadini. Per questo motivo, questo ennesimo grido di allarme non potrà essere âgenericoâ ma, senza alcuna volontà o pretesa di âdare pagelleâ, non potrà non sottolineare le differenze tra vari territori così che ciascuno possa assumersene la responsabilità .
La Provincia di Pescara e la Provincia di Chieti, di fatto, impediscono ancora oggi lâaccesso delle associazioni negli impianti provinciali. La prima, nonostante le numerose richieste del mondo sportivo, ha completamente vietato lâutilizzo delle palestre. Tutto chiuso. La Provincia di Chieti, invece, ha âsolo formalmenteâ consentito lâuso degli impianti poiché ha deliberato (un unicum in tal senso!) che ogni associazione sottoscriva un atto unilaterale dâobbligo con la quale si impegna, tra le altre cose, a provvedere alla pulizia e sanificazione degli impianti, al termine di ogni utilizzo, mediante una ditta specializzata che rilasci ogni volta una certificazione di avvenuta sanificazione. Eâ evidente che una tale richiesta, non prevista da alcuna norma di Legge, metta di fatto le associazione nella condizione di non poter accedere agli impianti, non potendo neanche immaginare di sopportare una spesa così importante, soprattutto in un momento storico in cui le casse della associazioni sportive sono vuote. A ciò si aggiunga che la Provincia chiede alle associazioni qualcosa che, al contrario, non si impegna a fare; gli impianti scolastici, in orario antimeridiano, sono ovviamente utilizzati dagli alunni: la Scuola, o la Provincia, non rilasceranno alcuna certificazione di avvenuta sanificazione alle associazioni che eventualmente lo utilizzassero nel pomeriggio. Per fortuna che, in questo contesto così drammatico, sono intervenuti i Comuni che, da sempre più vicini ai Cittadini, si sono adoperati per cercare di ovviare al problema mettendo a disposizione gli impianti comunali e le palestre scolastiche comunali. Senza far torto a nessuno, cito positivamente i casi dei Comuni di Pescara, Montesilvano e Francavilla (semplicemente per numerosità della popolazione) che, sin da subito, si sono messi allâopera per fornire soluzioni concrete e hanno consentito lâuso degli impianti addirittura provvedendo a proprie spese alla sanificazione o eliminando temporaneamente i canoni dâuso. Sempre senza far torto a nessuno (e sempre per numerosità della popolazione), devo constatare al contrario che in altri casi, come ad esempio nel Comune di Chieti e di Lanciano, è tutto ancora fermo. Leggevo tempo fa di una giusta protesta del dott. Pupillo (Sindaco di Lanciano e anche Presidente della Provincia di Chieti) che rimproverava al Dirigente della ASL che i suoi Cittadini erano stati convocati a chilometri di distanza per la vaccinazione. Mi chiedo se il dott. Pupillo sappia che altrettanti suoi giovani cittadini farebbero volentieri anche un poâ di chilometri per praticare sport, ma lâEnte da lui presieduto glielo ha di fatto impedito, da Francavilla a Vasto, e nel suo Comune tutte le associazioni (di sport diversi) si dividono gli orari di un solo impianto.
Proprio ieri, invece, leggevo della soddisfazione espressa pubblicamente dal Comune di Chieti per aver rideterminato la capienza dello stadio Angelini e aver così permesso la riapertura al pubblico. Siamo felicissimi che il Sindaco e lâAssessore allo Sport abbiano assunto una decisione del genere, è giusta e condivisibile. Siamo felici che abbiano dichiarato anche che metteranno in campo risorse per lâadeguamento della âzona Distintiâ dello stadio, è giusto e condivisibile. Ma lo sport di base che fine ha fatto? Perché è caduto completamente nel dimenticatoio? Ho ricevuto copia di decine di lettere scritte dalle associazioni di Chieti al Comune che, ad oggi, non hanno ancora potuto letteralmente mettere piede nelle palestre. Ho saputo, così mi è stato riferito, che queste lettere non hanno neanche ricevuto risposta, se non generiche rassicurazioni addirittura postate come commenti sulle pagine social degli Amministratori. Mi chiedo quanto tempo ancora il mondo dello sport di base debba attendere per avere delle risposte. Mi chiedo se nella prossima stagione, che le associazioni devono ovviamente programmare sin dâora, saranno ancora nella stessa condizione o potranno sollevare le ginocchia da terra e gli sarà consentito rialzarsi, proprio come lo sport insegna.
Amministrare è il compito più difficile che esista, e spesso le decisioni sono criticate. Scegliere di non decidere o decidere cose impossibili e non realizzabili, però, non equivale ad amministrare. Con lâauspicio che questo ennesimo grido dâallarme dello sport di base, e di tutte le sue implicazioni sociali ed economiche, sia finalmente ascoltato, ci mettiamo a disposizione per prendere parte ad ogni iniziativa con chi voglia combattere questa battaglia al nostro fianco.
Federazione Italiana Pallavolo
Comitato Territoriale Abruzzo Sud Est
Il Presidente Mattia Di Gregorio