La chiedono da anni. Vogliono che la parità non stia solo nella legge ma si concretizzi in un sostegno da parte dello Stato. Sperano di continuare a svolgere il loro servizio e di veder cancellate le disparità che colpiscono il loro personale - operante nellâunico sistema voluto dalla Legge 62/2000 - e le famiglie che iscrivono i figli nelle loro scuole. Quelle dellâinfanzia paritarie: in larghissima parte dâispirazione cattolica, ma non solo.
Una cosa è certa: âSenza il sostegno economico delle parrocchie e delle amministrazioni comunali, senza il contributo alla gestione da parte delle famiglie e senza il prezioso volontariato che le caratterizza, molte avrebbero già chiuso i battenti lasciando interi territori privi di un servizio fondamentale qual è la scuola dellâinfanzia ..:â, dicono ai vertici della FISM, la Federazione Italiana Scuole Materne, una realtà che in Italia coinvolge quasi novemila realtà educative, oltre mezzo milione di bambine e bambini, oltre quarantamila persone fra insegnanti e collaboratori.
Ora però, il trascinarsi della situazione generale, compresa la pandemia con le sue incertezze, non lascia più margini di tempo per aspettare ancora quel riconoscimento atteso invano da anni.
E da lunedì 19 aprile gestori, educatori, maestre, genitori, sostenitori delle materne paritarie saranno impegnati a sostenere unâ iniziativa nazionale che si concretizzerà in una petizione dalle forti ambizioni, quanto ai numeri, nonché nell'affissione di un manifesto in tutti gli asili nido e le scuole dell'infanzia paritarie d'Italia, per indicare il loro obiettivo non più procrastinabile, decisi a veder superare lâingiustizia subita, resa ancor più insopportabile dallâ esperienza della pandemia. Appunto: la gratuità e la parità , scritta a chiare lettere su migliaia e migliaia di striscioni che in queste ore fasciano migliaia di edifici dal Nord al Sud. Una mobilitazione nazionale che in questo settore non ha precedenti. âIl permanere delle differenze nel sostegno pubblico tra la scuola statale e quella paritaria gestita dal Terzo settore vanifica le ragioni stesse della Legge 62/2000 e non è più tollerabile. Chiediamo solo che si attui il dettato costituzionale e legislativo, affinché siano definitivamente eliminate le disparità di trattamento economico che le famiglie che usufruiscono delle scuole paritarie devono subire. Garantire a ciascuna famiglia parità di trattamento, nella libera scelta di una scuola dellâinfanzia paritaria o statale è obiettivo prioritario di questa mobilitazioneâ, ribadisce la FISM nella nota che comunica il coinvolgimento di tutte le sue sedi in ogni regione e provincia.
Lâauspicio è quello che Parlamento e istituzioni giungano ad un intervento risolutivo che, anche a vantaggio della ripresa demografica del Paese e nellâambito delle applicazioni del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, sostenga i necessari investimenti nellâintero segmento zero-sei senza più discriminazioni. Non è tutto: âLe 9000 realtà educative della FISM sono pronte ad essere una leva di investimento di grande valore sociale. e sarebbero in grado di raddoppiare la loro offerta di posti, se adeguatamente finanziate, contribuendo a consentire uno sviluppo dei servizi educativi per i bambini in età zero-tre anni, di cui lâItalia è carente e garantendo il mantenimento del segmento tre- sei anniâ, fanno sapere alla FISM. Eâ quello che chiede la maggior parte delle giovani famiglie italiane che grazie ad una fruizione gratuita delle scuole dellâinfanzia potrebbe offrire un rilevante contributo alla ripresa generale del Paese.