Con la Venti di speranzaâ¦venti di dono si conclude lâesperienza di corsa virtuale che ha unito un poâ tutto lo stivale grazie alla collaborazione di centinaia di maratoneti che non solo hanno corso come hanno potuto, specie allâinizio di questa avventura (sui balconi e terrazzi, tapis roulant, avanti ed indietro sotto casaâ¦ecc.) nel rispetto dei vari Decreti, ma gli stessi si sono largamente distinti per la solidarietà messa in campo con la raccolta fondi che ha superato la cifra di ⬠30.000,00.
Un grosso grazie va rivolto a colui che ha ideato e coordinato lâiniziativa, ovvero il mitico Presidente del Club Supermaratoneti Paolo Gino, che è sempre stato un poâ la voce narrante, il filo conduttore di questa iniziativa, che grazie allâapporto dei social, è entrato nelle case di tutti noi maratoneti-scrittori.
Quando è stata ideata questa iniziativa câera la speranza che la fine del calendario delle maratone virtuali coincidesse con la ripresa reale delle competizioni, ma purtroppo, tranne qualche raro caso, così non è stato, tantâè che per la ripresa vera delle gare bisogna spettare lâautunno, sempre COVID permettendo.
Non potevo chiudere questa serie di racconti senza non ricordare una gara, una ultramaratona per la precisione, dove ho lasciato un pezzo di cuore nelle tre edizioni svolte; parlo della Ultramaratona delle Fiabe di Rapone (che proprio qualche settimana fa è stata ufficializzata la cancellazione dellâedizione 2020).
Sono state tre edizioni caratterizzate dalla competenza e professionalità degli organizzatori (Antonio Leopardi Barra e Massimo Faleo in testa) coadiuvati dallâAmministrazione Comunale che subito ha intuito lâiniziativa quale veicolo per promuovere il territorio, e soprattutto dalla presenza della maggior parte dei supermaratoneti (almeno quelli del Centro-Sud), che hanno onorato al meglio la competizione, nonostante un percorso molto impegnativo ed una temperatura praticamente estiva.
Nelle tre edizioni ho avuto il piacere di conoscere ed intervistare grandi campioni (A. Di Cecco, S. Velatta, ecc.) ma soprattutto ho avuto modo di apprezzare il grande sacrificio e la grande umiltà dei tanti maratoneti-amatori che, come ogni domenica, si impegnano con modestia e sacrificio al fine di concludere la gara.
E così vedere gareggiare il salentino Carignani, il mitico Martino (che nellâultima edizione sfoggiava un coloratissimo completo accompagnato da un ombrello) il recordman Ancora, il grande Gemma, Don Pino Fazio (che ha declamato alla partenza la preghiera del maratoneta), lâinstancabile Capecci, i coniugi Rizzitelli (quasi 2.000 maratone in due), i pugliesi continua a leggere e vedere le foto