Vasto ha ospitato Gherardo Colombo, ex magistrato ritiratosi dal servizio dopo anni di onorata carriera in cui ha condotto o contribuito a inchieste celebri come quelle sulla Loggia P2, sul delitto Ambrosoli e soprattutto su Mani pulite, i processi Imi-Sir, Lodo Mondadori e Sme.
Due gli appuntamenti che lo hanno visto protagonista e relatore, uno svoltosi nella giornata di venerdì pomeriggio, organizzato dallâA.I.G.A. (Associazione Italiana Giovani Avvocati) sezione di Vasto, in collaborazione con Anci Abruzzo, Anci Giovani Abruzzo, Comune di Vasto e Consiglio dell'Ordine degli Avvocati di Vasto, e lâaltro sabato mattina, in cui ha incontrato gli studenti del Polo Liceale âR. Mattioliâ.
Nel corso del primo evento è stato intervistato da Bruno Giangiacomo, presidente del Tribunale di Vasto, e, rivolgendosi alla platea del Teatro Rossetti, attenta a cogliere gli insegnamenti della lunga esperienza, Colombo ha detto: âil vizio della memoria è ingombrante e ci mette di fronte alle responsabilità e, a volte, anche alla nostra limitatezza, perché ci dice come agire e ci indica il fatto che le scelte dobbiamo farle ben sapendo gli effetti che produconoâ.
Numerose sono state le domande che hanno portato il giudice a ripercorrere tutte le tappe del suo percorso professionale, partito con la laurea conseguita un mese prima dei fatti di Piazza Fontana: âla mia scelta fu dunque precedente, ma sempre in linea con il desiderio di onorare la nostra Costituzioneâ.
Ed è da qui che lâex magistrato ha spiegato lâimportanza delle regole e del loro rispetto: âsiamo convinti che le norme limitino la nostra libertà perché questo termine il più delle volte è associato alla parola imposizione, mentre molto spesso non consideriamo che anche i nostri diritti sono regole, e ci portano libertà â.
E ancora: âdovremmo soffermarci a riflettere più spesso sul senso profondo della Costituzione, ma è difficile arrivare a conoscerne il sistema e il complesso svilupparsi dei principi in tutte le sue articolazioniâ. Tanti, quindi, i concetti espressi e legati alla nuova visione di âumanità â, di rispetto e dignità , attraverso continue digressioni sulla sua carriera e sui delitti di avvocati, magistrati e giudici degli âAnni di Piomboâ come Giorgio Ambrosoli, Guido Galli, Emilio Alessandrini, Walter Tobagi.
âBisogna lavorare sulla cultura e sul modo di intendere la culturaâ ha detto Colombo, sottolineando più volte che: âlâeducazione deve andare verso lâaffermazione dei punti di riferimento che sonno contenuti nella Costituzioneâ.
Ed è nel corso dellâincontro con gli studenti del Liceo Scientifico che lâex magistrato lascia ha detto: âla democrazia è complessa e richiede attività e impegno perché rimanga tale. Nel momento in cui il popolo è consapevole che âLa legge è uguale per tuttiâ, altro diritto sancito dalla Costituzione, può migliorare la sua situazione, perché la politica non si fa solo in Parlamento. La situazione di corruzione dellâItalia è frutto anche di una mentalità comune, basata sulla sopraffazione e per estirpare il male si deve far conoscere la Costituzione ai ragazzi, perché chi la impara a rispettare da piccolo la rispetterà sempre e in ogni ambitoâ.