Chi non vuole prendersi le sue responsabilità fa ricadere la colpa sugli altri. Ed è esattamente quello che ha fatto ieri lâamministrazione comunale quando, dopo essersi accorta dellâennesima âgaffeâ, ha preferito prendersela con la stampa diventata ancora una volta il capro espiatorio delle inefficienze organizzative della macchina amministrativa che fa acqua da tutte le parti.
Ma veniamo al problema. Ieri, 21 novembre, è uscito un articolo a mia firma sul Centro dove si parlava della ordinanza del sindaco Francesco Menna sulla sospensione delle attività scolastiche alla scuola media âRossettiâ per consentire le indagini di vulnerabilità sismica. Unâordinanza sindacale se affissa allâalbo pretorio ha la sua efficacia. Fino a prova contraria. O meglio fino a quando non ci sia una successiva revoca, che nel caso di specie non câè stata. Fatto sta che le indagini di vulnerabilità sismica sono state rinviate, ma il Comune invece di revocare lâordinanza (come avrebbe dovuto correttamente fare) lâha lasciata affissa allâalbo pretorio on line.
Ma veniamo alla stampa che, in questo caso, ha la colpa di aver pubblicato una notizia attinta da fonti ufficiali (lâalbo pretorio dellâente). Si scatena la bagarre (e non si capisce perché visto che la scuola è rimasta aperta e non mi sembra si ravvisino danni per chicchessia) e allora il Comune che fa? Dà la colpa al giornale, parlando di ânotizia falsaâ e facendo una smentita con un comunicato che sinceramente si poteva risparmiare. Se io fossi stata al posto dellâamministrazione comunale â che colpevolmente non ha revocato lâordinanza facendola restare in pubblicazione per poi farla âsparireâ â avrei steso un velo pietoso. Oppure avrebbe potuto fare un comunicato di altro tenore parlando di âequivocoâ. Invece no, si cerca il capro espiatorio allâesterno (per non individuare le responsabilità allâinterno dellâente) perché è più comodo così.
Che dire? Eâ sempre la solita storia. Câè chi non vuole essere criticato e parla di stampa âdisonesta e cialtronaâ e chi, per coprire le âfalleâ dellâorganizzazione se la prende con la stampa, rea di aver fatto conoscere allâopinione pubblica una ordinanza sindacale. Ma forse il comunicato aveva un intento âpunitivoâ per motivi che al momento ci sfuggono? Chissà , tutto è possibile. Perché, come diceva qualcuno â mi pare Giulio Andreotti â a pensar male degli altri si fa peccato, ma spesso ci si indovina.