Esclude ogni forma di âtrattamento o lavorazioneâ dei rifiuti e precisa che si tratterà solo di âun deposito temporaneoâ di rifiuti secchi, trattati, selezionati e confezionati pronti per essere spediti.
La Ecoexport srl, la società di Gavardo (Brescia) che ha chiesto le autorizzazioni per lo stoccaggio di Cdr, cioè combustibile da rifiuto proveniente dalla raccolta differenziata urbana, in un capannone della zona industriale interviene per puntualizzare alcuni aspetti dopo le richieste avanzate al Comune da alcune associazioni di sospendere la procedura relativa alla Vinca (valutazione di incidenza ambientale) perché la ditta non risulta ancora assegnataria del capannone dove stoccare il materiale. Circostanza che la stessa Ecoexport conferma.
âLâassegnazione dellâarea da parte del Consorzio Industriale (leggi Arap, ndc), sarà oggetto di richiesta ad avvenuta conclusione dellâiter autorizzativo ambientaleâ, precisa lâamministratore unico della società , Sergio Gozza, âoperiamo da 15 anni nelle spedizioni transfrontaliere di rifiuti sia su gomma che via nave. Il materiale consiste in Cdr, ovvero combustibile da rifiuti destinato a recupero energetico presso impianti non dedicati (cementifici, centrali elettriche) in paesi stranieri dellâarea Ue (Romania, Bulgaria etc). Non è corretto definire il materiale âeco balleâ, in quanto tale attribuzione ha riguardato in passato rifiuti non trattati. Il capannone di Vasto in zona industriale avrà come mera ed esclusiva finalità quella di deposito temporaneo del materiale in attesa di poter essere imbarcato nella vicina area portuale. Eâ esclusa ogni forma di trattamento o di lavorazione. Per quanto riguarda il traffico veicolare non sono previsti aumentiâ.
Nel dare la disponibilità a âfornire in ogni sede qualsivoglia chiarimento rispetto alla domanda inoltrataâ, lâamministratore unico della Ecoexport auspica che âlâinterlocuzione e il dibattito con le Autorità e le associazioni portatrici di interesse sia improntato al necessario bilanciamento tra le tematiche ambientali e lâesercizio dellâattività di impresa nella zona industriale di Punta Penna, evitando attacchi gratuiti e strumentali il cui effetto sarà unicamente quello di scoraggiare qualsivoglia iniziativa imprenditoriale ed anzi accelerare le spinte di deindustrializzazione già presenti in locoâ.