Una bella storia quella di Andrea Scafetta, venticinquenne di Vasto, laureato alla triennale a Luglio 2018 in Lettere allâUniversità âDâAnnunzioâ, con la tesi âDante, le stelle e il desiderioâ con il prof. Giovanni Oliva, raggiungendo la massima votazione di 110 e lode. Una storia come tante apparentemente, invece no, è una storia veramente speciale.
Andrea ha una vera e propria passione per Dante Alighieri, una passione che non nasce sui banchi di scuola, anzi. Eâ nata da unâesperienza di vita personale, perché âDanteâ, dice Andrea, âsi può conoscere più attraverso la vita, che mediante lo studio.â Andrea racconta che ha attraversato un periodo un poâ buio a livello sentimentale qualche anno fa e il padre, amante della cultura, lo ha incitato a vedere un programma in televisione dove un professore spiegava, secondo lui, "benissimo", la Divina Commedia. Ad Andrea non interessava però. Ma per caso incontra su internet il video di Benigni che parla âdellâAmor che nulla amato amar perdonaâ di Paolo e Francesca ed è lì che nasce la scintilla. Le parole di Benigni fanno capire ad Andrea che la sua delusione amorosa, è stata spiegata molto bene da Dante Alighieri molti secoli prima. Dice Andrea che Dante, ma anche ogni autore della letteratura italiana, nelle loro opere, hanno già affrontato la situazione che tu stai affrontando e loro ti danno un modo per affrontarlo, con cui ci si può confrontare e ispirare.
Andrea quindi capisce che si passa da un momento brutto per arrivare a riveder le stelle, e Dante diventa unâispirazione speciale nella vita e nello studio. Approfondisce lo studio di Dante allâUniversità e lâanno scorso va fino a Bergamo per sentire la conferenza sulla Divina Commedia del Prof. Franco Nembrini, di cui gli parlava il padre. Eâ stato questo un incontro veramente importante, perché il prof. Nembrini, che ha scritto numerosi libri su Dante Alighieri e che negli ultimi anni, a seguito anche dellâinatteso successo dei suoi libri, è stato chiamato a parlare di educazione e di Dante in tutta Italia, allâestero e in TV, ha veramente una grande passione per Dante e la Divina Commedia . La cosa più interessante della lettura nembriniana è la passione per Dante che esonda a ogni verso.
Andrea dice di essere stato in qualche modo predestinato. La nonna materna, molto anziana, che vive con loro, sa ancora a memoria i canti della Divina Commedia. La passione viene anche da lei. Se le dici âNel mezzo del cammin di nostra vitaâ lei dice a memoria il proseguo.
Nella tesi di laurea, âDante, le stelle e il desiderioâ, ha approfondito la parte del desiderio. Andrea si è chiesto cosa ha spinto Dante ad intraprendere il viaggio nella Divina Commedia. La parola chiave è il desiderio, quello di vedere Dio e di rivedere Beatrice dopo la sua morte. Molto affascinante è lâetimologia della parola desiderio. Questo termine deriva dal latino e risulta composto dalla preposizione de- che in latino ha un'accezione negativa e dal termine sidus che significa, letteralmente, stella. Desiderare significa quindi, letteralmente, "mancanza di stelle", nel senso di "avvertire la mancanza delle stelle".
Andrea dice che se Dante alla fine di ogni cantica mette la parola âstelleâ, significa che si conclude con un desiderio. Inizialmente è una mancanza, perché câè una mancanza di stelle allâinterno nellâInferno, e poi diventa un rafforzativo, unâappartenenza alle stelle, al desiderio, che comprende Beatrice e Dio.
Racconta Andrea, che il prof. Giovanni Oliva inizialmente era molto titubante nellâassegnargli questo argomento così complesso per una triennale, ma Andrea è riuscito a convincerlo ed a ottenere carta bianca e per questo al prof. Oliva va tutta la sua gratitudine.
Andrea spiega lâimportanza del verso âE quindi uscimmo a riveder le stelleâ, è un verso di Dante denso di significato. Câè si un aspetto astronomico perchè si esce da sottoterra, ma è molto di più, è riuscire a rivedere qualcosa di bello, a rivedere la luce, il cielo, quindi vuol dire che câè una speranza, un desiderio. Il male è stato affrontato, perché si può sconfiggere. Dante diventa così un grande portatore di salvezza.
Attraverso Dante possiamo capire che non dobbiamo scoraggiarci di fronte alle situazioni problematiche. Non dobbiamo mai abbatterci, mai fermarsi, câè sempre qualcosa che ti può mettere in movimento, fino a riveder le stelle, cioè la passione. Se câè una passione câè un motivo per alzarsi la mattina per rincorrere quel desiderio.
Nella vita di Andrea non ci sono state tutte rose e viole. Nellâadolescenza ha avuto dei momenti difficili, è stato bocciato tre volte al liceo. Ma dice lui che tutti possono tornare sulla âretta viaâ. I momenti difficili ci sono, ma si deve dare fiducia ai ragazzi. Lui dice che questa generazione fa fatica a crescere, ma se si incontra una passione ci si attacca in un modo incredibile ed è questa passione che spinge ad andare avanti. Câè la possibilità di rinascere. Anche se si attraversa lâinferno, anche se si diventa perdenti, si può rinascere. Ma partire con la sconfitta per poi arrivare a vincere è ancora più bello.
Andrea ha ora superato il test dâingresso per la specialistica che seguirà da settembre a Bologna di Italianistica, lâha scelta perché al suo interno câè filologia dantesca, con la conoscenza completa di Dante Alighieri. Vuole approfondire bene Dante, ma conoscere meglio la letteratura italiana.
Il consiglio per i docenti per far appassionare gli studenti a Dante, è dare una conoscenza approfondita di Dante, con entusiasmo, non in modo noioso e pesante, trasmettendo il suo messaggio autentico, superando la parafrasi. Bisogna far capire lâessenza di Dante.
Due le citazioni che fa Andrea di Dante, che possono aiutarci a capire meglio anche noi stessi. La prima è la prima parola pronunciata da Dante nella Divina commedia, quando vede lâombra di Virgilio, è âmiserereâ. Percependo di essere perduto, sperduto, cerca aiuto, cioè âabbi pietà di me, aiutamiâ. Ci fa capire che da soli non si va da nessuna parte. Eâ necessaria la compagnia, lâamicizia. Lâesplicita richiesta del miserere, il cercare qualcuno che ci aiuti, perché da soli non ce la si fa, ci pone, con lâaiuto di qualcuno, nella possibilità di risorgere. Dante è ancora attuale, attualissimo! Egli è contemporaneo a tutti perché è stato straordinariamente capace di indagare la vita in maniera originale e in tutte le sue sfaccettature. Andrea dice che dobbiamo cercare la bellezza, che è una chiamata, una vocazione. Quando Dante nel Paradiso, dice che âpiù guardavo e più capivoâ, implica che quando vedi la bellezza non puoi staccarti da essa, diventa passione, in qualsiasi cosa, il senso della vita.
Ma citazione più bella che fa Andrea di Dante si ritrova negli ultimi versi del Paradiso âA lâalta fantasia qui mancò possa; ma già volgeva âl mio disio e âl velle, sì come rota châigualmente è mossa, lâamor che move il sole e lâaltre stelle.â Significa che Dante alla fine arriva davanti a Dio, ma non riesce a spiegarlo, perché è il tutto, nemmeno con lâalta fantasia riesce a spiegare, ma Dio ha fatto entrare il suo desiderio, il suo volere in quella ruota che è sempre in movimento, lo ha fatto entrare nel suo piano. Dio gli ha concesso unâistante per capire il tutto. Dio ha concesso a Dante di capire il suo operato in quel momento e di farlo entrare nel suo desiderio. Si chiude un ciclo. Dante diventa stella, puro desiderio. Ha percorso un cammino, dallâInferno, dove deve conoscere il male, ma deve ricominciare a rivedere le stelle, sale nel purgatorio. Lì potrebbe fermarsi, si purifica, ma non gli basta, vuole vedere Dio nel Paradiso. Dante così capisce qual è lâamore che fa muovere tutto quanto, capisce Dio, diventa puro desiderio.
Nelle parole di Andrea, mentre parla di Dante, câè una grande enfasi, un entusiasmo enorme, câè la gioia della conoscenza. Sa incantare chi l'ascolta e sa trasmettere il suo entusiasmo.