Come ebbe a dire lo sfortunato Enzo Tortora, nel riprendere il suo programma televisivo dopo la giusta scarcerazione, anche il nostro dottore-navigatore pare voler far sua la proposizione⦠âDove eravamo rimastiâ¦?â.
Con Angelo DâUgo i nostri lettori erano rimasti al termine della sua lunga navigazione nel Pacifico. Partito dal Centro America nel marzo con lâimbarcazione a vela âJipchoâ e con la âNereidâ dalle Isole Marchesi, era approdato il 16 agosto 2017 a Brisbane (Australia). Ed esattamente da quel porto ha inteso ed ha avuto la possibilità , con un nuovo imbarco, di riprendere il mare.
Lo aspetta ancora una nuova avventura. Dopo aver percorso più volte lâAtlantico (2012, 2014) su rotte diverse, e da ultimo, come sopra ricordato, il Pacifico, Angelo DâUgo è intenzionato a solcare nel vento e con la vela il restante oceano terrestre. Il programma è di attraversare lâOceano Indiano, visitando in successione Indonesia, Malesia, Tailandia, Sri Lanka, per poi tornare â attraversato il Canale di Suez â in Italia nel marzo del 2019.
Dopo aver veleggiato nelle precedenti avventure su scafi di vario tipo e misura, di varia età e progettazione (da queste pagine abbiamo via via illustrato per i nostri lettori i singoli natanti su cui ha navigato), la sua scelta ora è andata ad una imbarcazione di particolare forma e struttura. Si tratta di un catamarano, un grande e confortevole âLeopardâ di 47 piedi, battente bandiera statunitense, ovviamente tecnologico quanto necessario a munirsi dei mezzi e sistemi di sicurezza necessari e possibili. Lo skipper, cui si affiancherà in tandem DâUgo, ha nome Steve, è della Florida (Usa).
Sicuramente questo viaggio âindianoâ rappresenta per il nostro unâulteriore e nuova esperienza, alla quale lo hanno preparato le ormai molteplici effettuate, di navigazione e non solo. Una navigazione, la sua, anche questa, effettuata al di fuori di una qual si voglia competizione o regata, ma dirla âdi diportoâ,come ben comprendiamo, sarebbe sicuramente riduttiva e impropria. In lui, evidentemente, persiste (e lo sostiene) la voglia che, fuor di retorica epica, è sempre da dirsi âalla maniera dâUlisseâ.
Lo muove di certo la voglia di âandar per mareâ, per giungere là dove si desidera, per vedere, per conoscere luoghi e gente del nostro pianeta. Allo scopo, filosoficamente potremmo dire, di scoprire se stessi, di misurare il proprio terreno âsognoâ esistenziale.
da quiquotidiano.it