Tutto in una notte. O quasi.
Alla vigilia della Festa della Repubblica che pareva destinata, per la prima volta in 70 anni, a un lacerante muro contro muro, la nascita del governo a trazione Carroccio - 5 Stelle ha fatto tirare un sospiro di sollievo. A tutti, minoranza compresa. Questâultima, infatti, impreparata a un voto anticipato, avrà il tempo per studiare dallâopposizione, la maggioranza âanti sistemaâ, invece, come lâha definita lo stesso senatore vastese, Gianluca Castaldi, raccoglie i frutti della vittoria del 4 marzo. Al governo, alfine, Gigino e Matteo, passando dalla porta principale. Con la benedizione di Sergio Mattarella che, soltanto qualche ora prima del brindisi quirinalizio, Di Maio pensava di mettere in stato dâaccusa.
Si parte, dunque, dopo tre mesi di snervanti trattative, di infruttuosi mandati esplorativi e toto premier, Conte â Cottarelli â Conte, che non è un modulo calcistico, ma lâalternarsi dei due nella partita finale per la corsa a Palazzo Chigi, prima del sì al professore di diritto della vicina Volturara Appula. A proposito di Cottarelli: mister Forbici, lâuomo della spending review, una della riserve, ma poi mica tanto della repubblica, era stato protagonista, nel settembre scorso, al teatro Rossetti a Vasto, di un interessante intervento. Invitato dallâAnci e dallâAiga, i giovani avvocati guidati da Rosario Di Giacomo, il direttore del Fondo Monetario Internazionale, presentando il suo libro, Il macigno, aveva anticipato la sua cura per imbrigliare il debito pubblico: un tema che, nei giorni scorsi, è tornato prepotente sulla scena. Ce la farà , adesso, il ministro Tria, a zittire lo spread e i rigidi eurocommissari? Vedremo.
Nel governo di Giuseppe Conte, adesso, câè pure il Ministero per il Sud, guidato dalla leccese Barbara Lezzi: alte, altissime le aspettative, non solo per il reddito di cittadinanza. Dovrà dare unâocchiata molto attenta anche allâAbruzzo, che una volta sud più non era, ma che, invece, ha bisogno di attenzioni particolari: se ne accorgerà molto presto il neo ministro del Lavoro, Luigi Di Maio, il 4 giugno alle prese con la dolorosa vertenza Honeywell di Atessa. E la Lega? Il Carroccio continua la campagna acquisti e guarda al fortino di DâAlfonso: Matteo Salvini ci metterà del suo per la spallata finale. Quando sarà . Una cosa, però, risparmiatecela: non chiamatela più filiera, governo, regioni, province e comuni. Lavorate e basta, la luna di miele è appena allâinizio.