UN PARCO ARCHEOLOGICO TRA PUNTA ADERCI E PUNTA PENNA, IL ''SOGNO'' DELL'ARCI

riceviamo e pubblichiamo
02/10/2007
Attualità
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Riceviamo e pubblichiamo dall'Arci Nuova di Vasto-San Salvo: ''Nel territorio di Vasto si conserva ancor oggi uno dei tratti di costa più suggestivi dell'intero Abruzzo, la zona compresa fra Punta Penna e Foce del Fiume Sinello. Pur in presenza di manomissioni dovute all'ampliamento del Porto d Punta Penna ed all'insediamento di strutture dell'area di sviluppo del Vastese è infatti ancor oggi superstite l'assetto originario della linea di costa, delle scogliere e degli ambiti territoriali immediatamente retrostanti. In tale comprensorio sono inoltre ricomprese varie importanti aree di interesse archeologico: Abitato italico-romano e medievale di Punta Penna, con santuario di periodo ellenistico, interessato in passato da vari rinvenimrenti, oggetto di scavi recenti della Soprintendenza Archeologica in collaborazione con l'Università di Chieti (1993-1994); sono ancor oggi ben visibili in alzato i ruderi delle mura dell'abitato. Resti medievali emergenti in loc. Punta della lotta, il cui interesse è stato confermato da recenti rilievi della Sopraintendenza Archeologica condotti nell'ambito del progetto Porti e Approdi (Consorzio EIS). Grande villa romana in loc. Grotta della Carneria; di cui sono visibili in alzato i resti di una cisterna in laterizio, da secoli elemento tipico del paesaggio tanto da dar nome alla località (Grotta). Abitato protostorico di Punta Aderci, con resti di capanne databili fra la fine dell'Età del Bronzo e la prima età del Ferro, necropoli tardo romana, esplorati recentemente (1992) dalla Sopraintendenza Archeologica. Grande villa romana e resti dell'abitato altomedievale di Castel sinello in loc. Torre Sinello. L'area è stata interessata nel 1993 da indagini della Sopraintendenza Archeologica che hanno confermato l'importanza del sito. Sul posto il prof. Geniola dell'Università di Bari ha inoltre recuperato reperti litici risalenti al Paleolitico. Ai succitati resti archeologici esistenti nel comprensorio di punta Penna e Foce del fiume Sinello sono riferibili anche varie strutture emergenti che sono entrate a far parte del paesaggio caratterizzandolo dal punto di vista visivo, conservando memoria della plurisecolare presenza dell'uomo nell'area. I resti archeologici esistenti nel comprensorio testimoniano infatti di un articolato popolamento che va dalla Preistoria (Torre Sinello) alla fine del Bronzo (Punta Aderci) sino al periodo italico (abitato Frentano di Punta Penna), per poi proseguire in età Romana (Punta Penna - Grotta della Carneria) sino alla tarda antichità (Punta Penna; necropoli tardo romana di Punta Aderci), e poi al medioevo (abitato di Penna Luce; castello di Punta della Lotta; castel Sinello). Tutte queste importanti testimonianze sono ancor oggi inserite nel loro ambiente naturale, in talunni tratti mirabilmente conservato (L'ISPETTORE ARCHEOLOGO Andrea Rosario Staffa). Questa è la relazione che accompagna l'istituzione dei vincoli archeologici nella zona di Punta Penna-Punta Aderci (D'Erce), non ci sono a vostro avviso tutti i presupposti per la creazione di un fantastico PARCO ARCHEOLOGICO all'interno di una MERAVIGLIOSA RISERVA NATURALE? Purtroppo ciò è impedito dalla presenza di due note industrie che operano proprio a ridosso e qualche volta all'interno del parte più rilevante di tale patrimonio archeologico, le due industrie che AssoVasto e Confindustria si sono velocemente messe a difendere e ad esaltare danno lavoro a non più di 60 persone. Riconvertiamo questi lavoratori all'interno di un salubre parco archeologico, e si cominci già da mercoledì 3 ottobre, all'interno del Consiglio comunale, a programmare una riconversione dell'area con una delibera di indirizzo che ''santifichi'' la volontà politica di delocalizzare la zona industriale di Punta Penna anche attraverso la ricerca di fondi nazionali ed europei idonei alla causa. A Confindustria e ad AssoVasto chiediamo di donare alla cittadinanza magari insieme al Rotary Club una centralina fissa di monitoraggio delle sostanze emesse dalle due industrie in oggetto, la rilevazione di qualche anno fa con centralina mobile durante il mese di dicembre (comprese le feste natalizie) non ci rassicura affatto, durante l'estate quando arrivano certi odori, le giovani mamme (giustamente) prendono i propri pargoli e tornano velocemente a casa abbandonando la spiaggia, una centralina fissa renderebbe tutti più tranquilli e soprattutto darebbe credito alle vostre affermazioni di legalità e attenzione ambientale delle due industrie.

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