à toccato a Valentina Lodovini lâonore di inaugurare la Stagione di prosa 2017/2018 del Teatro Rossetti. Lâattrice toscana di Sansepolcro, nata âper casoâ a Umbertide 39 anni fa e nota al grande pubblico soprattutto per il suo ruolo della postina Maria in âBenvenuti al Sudâ, ieri sera è andata in scena con âTutta casa, letto e chiesaâ, opera teatrale scritta nel 1977 da Dario Fo e Franca Rame, che anche a Vasto ha avuto un eccellente riscontro di pubblico.
Tra ironia, sarcasmo e amarezza, i personaggi interpretati dalla Lodovini hanno raccontato da diverse angolazioni la condizione della donna nella società , soprattutto riguardo alla sua sfera sessuale che la vede relegata a mero oggetto di piacere: una tematica che rende il testo ideato quarantâanni fa ancora fortemente attuale. Come nellâepilogo affidato ad âAlice nel paese senza meraviglieâ, una delle quattro figure femminili di âTutta casa, letto e chiesaâ, la Lodovini ci ha raccontato come ci sia ancora molto da fare in questo senso. Ma anche di quella volta che "accorciò" uno spettacolo teatrale per colpa della Juve.
Questa è la tua seconda volta a Vasto, dato che nel 2012 sei stata ospite al Vasto Film Festival. Felice di essere di nuovo qui?
âCertamente, sono sempre felice di viaggiare per il nostro Paeseâ.
Qual è stato il tuo approccio nei confronti di questâopera? Un testo sicuramente molto impegnativo, poiché prevede un monologo di unâora e lâinterpretazione di ben quattro differenti personaggi.
âSì, è un testo davvero molto difficile. Per me è stato un onore e un dovere, dato che gli autori sono Dario Fo e Franca Rame. Ho provato anche un forte senso di responsabilità nei confronti di questâopera, perché è uno specchio fedele della nostra società . à un testo lucido e ironico, che invita chiaramente il pubblico a riflettere. Un attore deve regalare emozioni ma anche offrire spunti e interrogativi, come in questo caso. Il pubblico poi può odiarti o amarti per questo, devi metterlo in contoâ.
A proposito di pubblico, qual è stata la reazione di quello vastese?
âCi sono testi teatrali in cui il protagonista è il pubblico. Questâopera non racconta solo i personaggi ma anche il contesto culturale di unâepoca, per cui il coinvolgimento degli spettatori in sala è fondamentale. In merito a stasera, non posso dire di conoscere il pubblico vastese, ma mi sembra che abbia reagito beneâ.
Hai messo, consapevolmente o inconsapevolmente, qualcosa di te stessa nei personaggi che interpreti in âTutta casa, letto e chiesaâ?
âNon saprei, sinceramente non ci ho mai pensatoâ.
Se âil cinema è stato il tuo primo fidanzatoâ, che cosâè stato per te il teatro?
âLa stessa cosa, mi dichiaro bigama (ride, ndr). Devo dire che ho trascorso molto più tempo con il cinema, soprattutto da adolescente. Mi riferisco al periodo in cui la televisione trasmetteva pellicole eccellenti, anche perché da piccola mi muovevo meno e quindi guardavo più filmâ.
Ricordiamo i tuoi capodanni passati a guardare la trilogia de âIl padrinoââ¦
âCerto, e rigorosamente tutti di fila. A mezzanotte vengono tutti a farmi gli auguri durante la visione, ed è una cosa che mi disturba un poâ (ride, ndr)â.
Questo testo è stato scritto in un periodo storico molto particolare, nel 1977, in appoggio alle lotte del movimento femminista, ma gli agganci allâattualità sono molti e notevoli.
âSi tratta di unâopera scritta esattamente quarantâanni fa. Tra lâaltro la sua genesi è da assegnare a Dario Fo, dopo che Franca Rame gli aveva confessato di non voler continuare a fare più lâattrice: per fortuna, grazie a questo testo, le ha fatto cambiare idea. In questi ultimi quarantâanni la situazione della donna è cambiata ben poco, ma lo sguardo lucido, sofferente e puro di questi due autori racconta bene il contesto di unâepoca e ci permette di riflettere in questo senso. Ci vorranno dei secoli per modificare i ruoli della donna e dellâuomo: le trasformazioni avvengono in maniera lenta e graduale, ma si può comunque portare avanti un cambiamento vedendo le rappresentazioni di questi testi, leggendoli e riflettendoci sopra. Questo testo sarà attuale per tantissimo tempoâ.
In unâintervista, infatti, avevi detto che Dario Fo e Franca Rame verranno studiati nelle scuole anche fra cinquecento anni.
âNe sono fermamente convinta. Dâaltronde stiamo parlando di un premio Nobelâ.
In âTutta casa, letto e chiesaâ si sottolinea il ruolo della donna come oggetto. Che cosa pensi dello scandalo che ha coinvolto Fausto Brizzi e del trattamento mediatico che ne è seguito? Ti è mai capitato di vivere situazioni simili?
âFortunatamente no. Questo è un argomento molto delicato, che non è giusto affrontare adesso. Credo che bisogna smettere di parlarne, si deve soltanto agire. Dico soltanto che se una diciottenne vuole fare lâattrice, deve essere totalmente protetta. Sarebbero molti i discorsi da fare, tra i quali quello sul potereâ.
Questâopera ti vede come unica protagonista. Che cosâhai provato nel raccogliere il testimone di Franca Rame?
âNon lâho mai vista da questa prospettiva, altrimenti non sarei riuscita a salire sul palco (ride, ndr). Non ho provato in nessun modo a imitarla, sarebbe stata la scelta più sciocca da fare. Ho optato invece per un approccio più fisico rispetto al suo, che era invece più âintellettualeâ, anche perché portato in scena in unâaltra epoca e di conseguenza in un contesto molto differenteâ.
Qual è il ruolo che non ti è ancora stato affidato, sia nel cinema sia nel teatro? Chi ti piacerebbe interpretare?
âCe ne sono tantissimi in realtà , fortunatamente i personaggi e gli esseri umani sono così tanti e diversi. Se devo fare un nome, scelgo Iago in âOtelloââ.
Un ruolo maschile, addirittura. Invece chi è il regista con il quale vorresti lavorare?
âPurtroppo sono tutti morti, come facciamo (ride, ndr)?. Scherzo, ce ne sono anche di vivi ma non li dicoâ.
à vero che una volta hai accorciato un tuo spettacolo teatrale per festeggiare lo scudetto della Juve, squadra di cui sei grande tifosa?
âAmmetto di averlo un poâ âmodificatoâ (ride, ndr). Ero a Torino a fare uno spettacolo e ricordo di aver detto a chiunque di non dirmi nulla sullâesito della partita. Invece dalle quinte mi facevano gesti e avevano anche messo su una maglietta con su scritto âStai calmo e passala a Pirloâ. Ovviamente avevo capito tutto. Era uno spettacolo che tendeva anche al drammatico, soprattutto in un certo punto. In quel caso mi è venuto naturale âaccelerareâ il flusso del racconto, ma sempre nel totale rispetto del testo, anche perché era tratto da una storia vera. Ho sempre avuto un grande senso di responsabilità nei confronti del pubblico, anche se quella volta non vedevo lâora di andare a festeggiareâ.
"Tutta casa, letto e chiesa"
di Dario Fo e Franca Rame
costumi Sandra Cardini
disegno luci Alessandro Barbieri
movimento scenico Silvia Perrelli
scenografia Chiara Amaltea Ciarelli
musiche a cura di Maria Antonietta
aiuto regia Rachele Minelli
regia Sandro Mabellini