La maggioranza va sotto in Consiglio comunale per colpa di cinque âfranchi tiratoriâ e la mozione su Angelo Pollutri, coordinatore dello staff del sindaco Francesco Menna, che il centrosinistra avrebbe dovuta respingere in blocco, passa con tredici voti favorevoli, nove contrari e due schede bianche.
Ha lasciato di stucco perfino i consiglieri del centrodestra il risultato della votazione a scrutinio segreto avvenuta ieri in aula. Cinque esponenti della maggioranza hanno votato a favore del documento proposto e letto in aula da Alessandro DâElisa (gruppo misto). La mozione impegna il primo cittadino a revocare il contratto individuale sottoscritto con Pollutri, componente dello staff e presidente del Cda delle Autolinee Cerella. Incarico che gli è stato confermato il 29 giugno. Mancato rispetto del codice di comportamento e incompatibilità con altri incarichi pubblici. Queste le ragioni che hanno spinto DâElisa, a presentare la mozione sulla scorta del parere espresso dallâAnac e tenuto conto dei comportamenti tenuti dallo stesso Pollutri che, secondo il rappresentante dellâopposizione, âlede lâimmagine della pubblica amministrazioneâ.
Durante la discussione hanno preso la parola, tra gli altri, la consigliera di Avanti Vasto, Maria Molino e lo stesso sindaco. Mentre questâultimo aveva premesso che âla questione è inammissibile, ma si voti pure anche con il voto segreto purchè finisca questa storiaâ , la Molino aveva parlato di âmozione illegittimaâ, oltre a stigmatizzare i toni usati dai colleghi della minoranza.
Prima di affrontare lo âspinosoâ caso Pollutri, il Consiglio aveva discusso a lungo sulla emergenza idrica, ma la conferenza dei capigruppo riunita dopo la pausa pranzo ha deciso di mettere da parte i due documenti presentati (uno della maggioranza e lâaltro dellâopposizione) e di rinviare ogni determinazione al 31 ottobre, quando in Consiglio comunale verranno auditi il presidente della Sasi, Gianfranco Basterebbe e il consiglio dâamministrazione della società che gestisce il servizio idrico.
Eâ filato invece tutto liscio per il Tribunale, altro punto allâordine del giorno. Il Consiglio ha infatti approvato di aderire al ricorso alla Corte Europea contro la revisione della geografia giudiziaria proposto da Comune di Mistretta (Me). Insomma, tutti dâaccordo sulla difesa dellâimportante presidio di legalità che, secondo la riforma delle circoscrizioni giudiziarie, avrebbe dovuto chiudere i battenti nel 2018, termine in seguito prorogato fino al 2020.