Se ci s trova a passeggiare nella villa comunale di San Salvo, nei pressi della scuola media âSalvo Dâacquistoâ, tra lâuna e mezza e le cinque e mezza del pomeriggio, non si può non godere di un sottofondo musicale creato dai ragazzi della sezione musicale che imparano a suonare o provano uno strumento. Uno degli insegnanti, nonché il direttore dellâorchestra della scuola, âresponsabileâ di questi piccoli ristori dellâanima è il professor Fausto Esposito.
Di seguito lâintervista a uno dei professori più amati dai ragazzi.
Mi parli un poâ di te e di come hai conosciuto la musica?
Io sono originario di Ripa Teatina che si trova a 80 chilometri da San Salvo. Ripa ha avuto una tradizione bandistica dalla fine dell'800. Negli anni â60 si è interrotta e poi è stata ricostruita nel 1979 e questo ha fatto sì che un sacco di ragazzi si avvicinassero alla musica. Avevo 14 anni e mi ero avvicinato anchâio grazie alla passione di mio padre per la musica dâopera. Ho cominciato a suonare la tromba con il maestro Scarcia, un vecchio suonatore di origine pugliese che si trovava a Ripa perché aveva sposato la figlia del capo banda. Per un paio di anni prendevo lezioni privatamente e negli anni â80 sono entrato nel Conservatorio di Pescara anche se continuavo a frequentare lâistituto commerciale. Lì ho avuto un eccellente maestro di tromba, un ex direttore della banda dei carabinieri.
Ricordi la tua prima sensazione quando hai cominciato a suonare la tromba? à stato un amore a prima vista o un qualcosa che è maturato un poâ alla volta con la perseveranza?
Un poâ tutti e due. Quando ho cominciato ad appassionarmi arrivavo a esercitarmi anche 7/8 ore al giorno. Suonavo abbastanza bene e sono stato molto fortunato. Nel settembre del 1984, avevo 19 anni e ed era un paio di anni che avevo cominciato a lavorare nella banda di Ripa. Durante un concerto a Montesilvano, io avevo eseguito un piccolo brano da solista, âIl bacio di Arditiâ e per un caso fortuito tra il pubblico câera il maestro Michele Lufrano, un grande direttore e compositore di marce sinfoniche che alla fine del concerto mi si è avvicinato e mi ha proposto di entrare a lavorare nella banda regionale che lui dirigeva. Nellâarco di breve sono diventato la prima tromba di questa banda. à stato un bellissimo periodo, guadagnavamo, ci divertivamo, giravamo lâItalia e accumulavamo esperienze. Nel 1988 dopo aver conseguito il diploma al Conservatorio ho lasciato la banda e ho cominciato a fare altro. Nel 1995 ho vinto lâaudizione per la prima tromba allâorchestra del Teatro Marrucino dove sono rimasto fino al 2001, quando qui a San Salvo, grazie allâimpulso e allâimpegno del professor Domenico Carlucci la scuola media Salvo D'acquisto ha acquisito il titolo di scuola ad indirizzo musicale.
Ti eri mai immaginato di diventare un insegnante?
No, mai. La mia domanda lâha fatta il professor Filoso perché io non volevo sia perché non sapevo se ero capace e sia perché ero convinto che lavorare semplicemente nella musica dava un altro tipo di soddisfazione. Ma lui che è un grandissimo amico ha insistito anche perché stavano chiudendo anche i grandi teatri. Infatti lâanno dopo che sono arrivato qui il teatro di Chieti ha chiuso. E così grazie a lui mi sono poi ritrovato a insegnare qui a San Salvo dove mi sono sempre sentito molto accolto e ho trovato un bellissimo ambiente sia per i colleghi e sia per i collaboratori scolastici.
Allâinizio come è stato insegnare per te?
Sicuramente un mondo nuovo. Nel 2000 avevo fondato lâ orchestra âMonteverdiâ a Ripa Teatina perché volevo dare ai ragazzi la possibilità di condividere un momento straordinario proprio con la musica. E poi in paese câè un terreno molto fertile per la musica, sono tantissimi i ragazzi che suonano. Tra lâaltro mi ero appena laureato in direzione dâorchestra e volevo mettermi in discussione. Avevo voluto prendermi questo titolo perché una volta mi sono trovato a dirigere lâorchestra di Ripa perché mancava il direttore e a me piaceva quel dirigere.
Quando suona un'orchestra, ci sono diverse persone che suonano diversi strumenti. Come riesci a far suonare tutti allâunisono?
Secondo me è fondamentale che tra il direttore e i componenti dell'orchestra ci sia un intesa perfetta. Solo così si possono ottenere dei risultati eccellenti. Qui sono fortunato perché sono anche insegnante di strumento e questo fatto mi aiuta a instaurare con ognuno di loro un rapporto umano molto costruttivo anche amichevole. Nel rapporto con i ragazzi secondo me è importante non instaurare un rapporto di distanza altrimenti non si crea empatia.
Tra fare lâinsegnante e fare il musicista quale lavoro ti dà più soddisfazione?
Sicuramente fare lâinsegnante. Sono comunque due lavori diversi con responsabilità diverse. Il mio rapporto con i ragazzi è straordinario. Io adoro i ragazzi, non li tradirei mai e questo loro lo percepiscono. Insegnare è il lavoro più bello del mondo perché si ha a che fare con un materiale umano in formazione e a me personalmente permette di esercitare una passione più che un lavoro. La mia maggiore soddisfazione non è avere dei risultati con i geni ma averli con bambini normali con tutte le loro problematiche. Io penso che nella vita più tempo si è ricordati dopo la fine di un percorso umano più significa che hai fatto il tuo dovere. Platone diceva che lâunica medicina dellâanima è la musica. E se lo diceva Platone che è arrivato prima di Cristo, la sua affermazione deve essere vera. Poi la musica è capace di far venire la pelle dâoca e ha la capacità di arrivare nellâanima come un missile. Avere la possibilità di trasmettere questâarte alle future generazioni è qualcosa di davvero straordinario ma la cosa più bella è avere a che fare con i ragazzi.