Drogheria del Buonconsiglio, dove cibo, vino e birra si fanno racconto di territori

Il locale utilizza prodotti di piccole aziende abruzzesi ed europee, valorizzando così le peculiarità di diverse aree

Nausica Strever
16/10/2016
Informazione Aziendale
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La Drogheria del Buonconsiglio che si trova a Vasto nell’omonima strada in pieno centro, ha molte storie da raccontare. A partire dal suo nome, dietro al quale c’è la storia del nonno di Fabio, il quale, proprio in piazza Caprioli aveva una drogheria con il magazzino nella strada del Buonconsiglio. Da qui il nome di un’unicità presente nel territorio di Vasto, ovvero di una “vineria con cucina” o per dirla alla francese, di una “cava manger”, una cantina dove si mangia accompagnando i pasti o l’aperitivo con buoni vini naturali e birre artigianali. Quello che può raccontare questo posto è la storia di tre amici, Fabio, Riccardo e Gianfranco che, uniti dalla passione per il buon cibo, i vini naturali e le birre artigianali decidono di aprire nel 2010 una vineria.  Ancora, può raccontare le storie dei prodotti che passano sui suoi tavoli, dietro ai quali c’è un piccolo produttore che fa con amore il suo mestiere. Portare in tavola le specialità di piccoli produttori, infatti, è una forma di racconto dei territori, che la drogheria esplica ancor più con l’organizzazione di degustazioni di vino nelle quali invita i produttori che fanno conoscere e spiegano le caratteristiche dei loro prodotti.  

Nel 2010 la Drogheria nasce come piccola vineria/drogheria che, oltre al servizio ai tavoli, vende  al dettaglio salumi e formaggi. Poi, diventa una semplice vineria che accompagna  le sue specialità vinicole o birraie con taglieri di salumi e formaggi selezionati. Oggi, sebbene il profumo del pane fresco tagliato sia una costante del luogo, soprattutto all’ora dell’aperitivo, è a tutti gli effetti una vineria con cucina, dopo che, a partire dall’ottobre dello scorso anno, sono state fatte le modifiche necessarie per tale spazio. Agli odori dei taglieri, si uniscono quelle delle specialità dello chef “Lollo” Molino che vanta esperienze in cucine stellate: al Metrò di San Salvo (1 stella Michelin), l’Uliassi a Senigallia (2 stelle Michelin) presso il quale ha lavorato con brevi stage, il Salvatore Tassa (1 stella Michelin) a Acuto in provincia di Frosinone. Il menù è ricco e originale. Alcuni esempi di secondo sono il baccalà islandese con crema grezza di patate e peperoni bruciati, la lingua bollita con salsa verde e rapa rossa, il coniglio cacio e uovo, il roast beef di fassona, pane, pomodoro ed erbe di campo. Per quanto riguarda i primi,  si può scegliere tra i ravioli ripieni di melanzana in acqua di pomodoro e cialda di formaggio croccante, lo spaghetto Verrigni al nero di seppia, bottarga e limone e gli gnocchi di pane su crema di verza e acciuga del Cantabrico. “Tra tutti i piatti che mi piacciono indistintamente altrimenti non sarebbero realizzati, consiglierei i ravioli di melanzana e il polpo con patate e pomodori confit perché sono rappresentativi dell’innovazione che stiamo portando avanti dallo scorso anno con la cucina” – afferma Fabio.  Come si può vedere dai nomi dei piatti, questi sono molto specifici in relazione alla provenienza degli ingredienti che sono scelti con cura, avendo attenzione alla bontà della materia prima. Una nota merita lo spaghetto al nero di seppia che è prodotto dal pastifico Verrigni, piccola azienda rosetana attiva fin dal 1898 che è in continua espansione nel campo biologico. “Usiamo verdure fresche di zona e una selezione di salumi del territorio, come quelli di  Ventricina e dintorni di Michele Piccirilli e i formaggi Di Gregorio di Scanno, altri prodotti della zona di Rocca Calascio e Castel Del Monte [in provincia di L’Aquila,ndr]”. La promozione del territorio attraverso questi prodotti si affianca a un panorama di salumi e formaggi esteri ben nutrito, in cui vi sono i formaggi francesi come il Rochefort, il Reblochon, il Rocbaron… Tutti i prodotti sono acquistati in piccole aziende in linea con la filosofia del locale che mette al primo posto il gusto e la genuinità dell’alimento.

La stessa filosofia è applicata alle birre e ai vini. “Ora si stanno diffondendo le birre artigianali, ma quando abbiamo aperto nel 2010 eravamo gli unici ad averle. E’ un po’ merito anche nostro se si è diffusa una certa cultura della birra in città”. Le birre alla spina vanno a rotazione, le artigianali abruzzesi presenti nel locale sono: Bi Bi Bir, Opperbacco!,Donkey Beer e Mezzo Passo. La carta dei vini è molto ben assortita e annovera vini provenienti da varie parti del mondo: Georgia, Francia, Slovenia, Spagna e Italia. Ricordiamo solo le peculiarità locali d’Abruzzo: Emilio Pepe, Feudo Dugni, Lammidia, azienda agricola Ludovico De Fermo, Cirelli e Praesidium. “Sono vini che per noi rappresentano più il territorio e la storia vinicola abruzzese e rispondono a quei requisiti di ciò che per noi è vino, un prodotto senza solfiti aggiunti, senza lieviti selezionati, senza solforosa, un vino naturale”- “per il quale non è usata la chimica né nella coltivazione né nella vinificazione”. La cultura dei vini naturali si sta diffondendo pian piano in Italia attraverso alcune fiere, mentre in Francia è già affermata.

Per proporre i vini naturali spesso la Drogheria organizza delle degustazioni di vino, formaggi e salumi alla presenza dei produttori che danno informazioni sui vini. Una completa novità da ottobre è l’apertura anche a pranzo del locale, una proposta intelligente e low cost in un luogo come il centro storico dove si trovano pochi posti in cui mangiare all’ora della mezza.

Per la bontà della sua cucina e dei suoi vini, per la predilezione per i cibi e i vini non industriali, la Drogheria è segnalata nella guida Gambero Rosso dal 2011 ad oggi, con il riconoscimento di una stella nella guida 2016 all’interno della sezione Foodies. Compare anche nella guida Touring Club 2016 e Espresso 2012. I titolari non si fermano davanti a questi riconoscimenti, ma ammettono con umiltà di avere ancora obiettivi da raggiungere, in primis una maggiore promozione del territorio locale per il quale è necessario da parte loro impegnarsi di più perché il nostro bell’Abruzzo merita il massimo della valorizzazione.  

 

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